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Integrazione delle FER nel mercato elettrico: il ruolo del biogas

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Integrazione delle FER nel mercato elettrico: il ruolo del biogas

Gli impianti a biogas, come fonte rinnovabile, programmabile, estremamente flessibile, possono contribuire a risolvere problemi di adeguatezza e flessibilità del sistema, ma per sfruttare appieno tutte le potenzialità dovrà essere modificato il quadro regolatorio.

Al 2030 scompariranno carbone e derivati del petrolio e si avrà un forte incremento delle FERNP; nasceranno problemi di adeguatezza e flessibilità del sistema. Gli impianti a biogas possono contribuire a risolverli, come fonte rinnovabile, programmabile, estremamente flessibile (possibilità di rapide variazioni di carico, se ho un adeguato sistema di stoccaggio, peraltro in parte già esistente). Sarebbe auspicabile la possibilità, per i gestori di impianti biogas, di partecipare al Capacity Market ed a MSD (magari in forma aggregata – UVAM). Ma esistono barriere regolatorie.

Chi partecipa al Capacity Market deve rinunciare agli incentivi: per un impianto biogas con incentivo non è conveniente.

I decreti che incentivano la produzione di EE da biogas ne scoraggiano un uso flessibile, ponendo barriere sulle variazioni di potenza; in più, gli impianti che partecipano alle UVAM  non devono essere inseriti nel contratto di dispacciamento del GSE (gli impianti a biogas con TO lo sono, ma potrebbero non esserlo più). Piccole modifiche al meccanismo di incentivazione (indolori per il sistema e per l’utenza) potrebbero premiare la flessibilità. Attualmente è possibile operare in maniera flessibile attraverso il meccanismo di Potenziamento non incentivato. Anche la conversione parziale a biometano (prevista dal DM marzo 2018) può essere un meccanismo attuabile. Per il futuro, anche il Power to Gas potrà essere percorribile, ma, perché sia conveniente, dovrà essere modificato il quadro regolatorio.

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