Cerca nel sito per parola chiave

pubblicazioni - Presentazione

Investigating about climate-change hazards that might impact electric infrastructures

pubblicazioni - Presentazione

Investigating about climate-change hazards that might impact electric infrastructures

Il sistema energetico dovrà adattarsi non solo alle variazioni medie del clima, ma dovrà far fronte anche ad un aumento della variabilità climatica i cui effetti possono diventare delle minacce per la sicurezza del sistema di produzione e fornitura energetica, con seri impatti sociali ed economici.
Senza azioni di mitigazione, ondate di calore e condizioni siccitose andranno ad esacerbare i prossimi decenni, con un aumento degli impatti degli eventi meteorologici estremi e, quindi, un aumento delle condizioni critiche per il settore elettrico/energetico italiano. Tali condizioni saranno molto meno critiche se saranno intraprese azioni di mitigazione.

Per supportare azioni e politiche nazionali di adattamento per far fronte agli impatti dei cambiamenti climatici sul settore energetico, questo lavoro analizza le variazioni climatiche attese sull’Italia. Senza trascurare le variazioni graduali di variabili meteorologiche (la temperatura e le precipitazioni), vengono analizzati per alcuni eventi estremi come calure estive, periodi siccitosi, inondazioni, neve bagnata, in quanto rappresentano serie minacce per il sistema elettrico/energetico (così come per l’ambientale e la società).

Sono stati analizzati i risultati di diversi modelli climatici ad elevata risoluzione forniti dal Progetto Europeo Euro-CORDEX (risoluzione spaziale 0.11 °, circa 12 km) considerando due differenti ipotesi di forzanti radiativa (RCP8.5, RCP2.6) allo scopo di stimare il pericolo degli impatti sotto due diverse traiettorie di sviluppo socio-economico: ovvero, lasciando invariate le attuali emissioni di gas-serra (RCP8.5) e/o ipotizzando forzanti radiative molto basse con l’attuazione di politiche di mitigazione (RCP2.6).

Gli scenari multi-model di cambiamenti climatici sono stati caratterizzati confrontando i valori medi nello scenario di riferimento (1971-2000) con quelli a breve (2021-2050), medio (2041-2070) e lungo termine (2071-2100).

E’ stato considerato alcuni indici ETCCDI (WMO, 2009), specificatamente definiti per descrivere le condizioni meteorologiche e climatologiche estreme. Essi sono: SUmmer days (SU), Tropical Nights (TR), Consecutive Dry Days (CDD), extreme precipitations (R99PTOT), Frost Days (FD). Inoltre, è stato calcolato l’indice WSF (Wet Snow Frequency), definito ad hoc per caratterizzare gli eventi di neve bagnata, un fenomeno che può causare seri problemi alla sicurezza e all’operatività del Sistema Elettrico quando i manicotti di neve bagnata si accrescono fino a superare i limiti della normativa vigente.

Senza azioni di mitigazione, i risultati indicano principalmente: un riscaldamento di circa 2°C nei prossimi decenni, attorno a 3°C a metà secolo e oltre i 5°C nell’ultimo trentennio; una generale diminuzione della precipitazione, con una significativa riduzione del 10-20% nella prima parte del secolo, fino al 50% al termine di esso.

Le variazioni più drastiche, sia in frequenza che in intensità, riguardano le giornate calde e le precipitazioni estreme. Coerentemente con il riscaldamento climatico, si intensificheranno le giornate torride con un probabile aumento di circa 10 giorni SU nelle estati del prossimo trentennio, fino a oltre 40 nell’ultima parte del secolo. Le anche le notti tropicali aumenteranno: gli scenari TR indicano con elevata confidenze un aumento che va da 10 a 40 eventi lungo il secolo.

Probabile si allungheranno i periodi siccitosi: durante il secolo aumenteranno i CDD da 2 fino a oltre 10 giorni nei mesi caldi, specialmente sull’Italia Peninsulare.

Le precipitazioni estreme sono attese aumentare lungo le coste con diversa intensità a seconda della stagione: gli scenari R99P indicano con una certa confidenza un aumento di rischio delle precipitazioni estreme sulle coste adriatiche settentrionali e sul Golfo di Genova in primavera, e sulle coste adriatiche in autunno.

Le proiezioni riguardo l’occorrenza di neve bagnata indicano una loro sensibile riduzione sulle aree attualmente colpite dal fenomeno, mentre evidenziano una significativa crescita sulle Alpi, regioni finora risparmiate da questi eventi. Sugli Appennini Centrali e Settentrionali si hanno maggiori incertezze circa le variazioni di WSF, mentre non si deduce alcun segnale particolare per le restanti aree.

Se si assume una traiettoria di sviluppo capace di contenere il riscaldamento entro 1.5 °C, ovvero nell’ipotesi di uno sviluppo sostenibile (RCP2.6), i cambiamenti climatici sono attesi di entità molto inferiore. Infatti, in configurazione RCP2.6, gli scenari delle precipitazioni mostrano variazioni inferiori. In particolare, non si delinea più la forte riduzione estiva attesa in RCP8.5. In verità, è probabile un aumento del 10% in Valpadana. Si noti, però, che alcuni impatti non possono essere evitati. Infatti, gli scenari futuri relativi all’indice R99P indicano un possibile aumento delle precipitazioni estreme in inverno e in primavera anche nello scenario RCP2.6, nonostante qualche incertezza sui risultati.

Non si deducono variazioni significative sulla durata dei CDD, rispetto allo scenario di riferimento 1971-2000.

In linea con un riscaldamento inferiore nell’ipotesi si basse emissioni di gas serra, è atteso nel corso del secolo un più basso, ma significativo, aumento di giornate calde: le mappe SU indicano un aumento di 2-5 episodi in estate. Le notti tropicali aumenteranno di circa 5 eventi, in questo caso c’è una certa confidenza nei risultati solo per lo scenario a breve termine, mentre nell’ipotesi RCP8.5 il maggior accorda tra i modelli indica un significativo aumento di queste condizioni meteorologiche.

In configurazione RCP2.6 anche l’indice FD decresce, seppure in modo considerevolmente meno pronunciato rispetto allo scenario RCP8.5. Si noti che nell’ipotesi di basse emissioni di gas-serra, le Alpi non saranno affette da significative riduzioni di giornate gelide.

Le proiezioni sulle variazioni degli eventi di wet-snow hanno pattern analoghi a quelli dedotti in configurazione RCP8.5 ma le variazioni sono significativamente inferiori.

Per sintetizzare i risultati, il sistema energetico dovrà adattarsi non solo alle variazioni medie del clima, ma dovrà far fronte anche ad un aumento della variabilità climatica i cui effetti possono diventare delle minacce per la sicurezza del sistema di produzione e fornitura energetica, con seri impatti sociali ed economici.

Senza azioni di mitigazione, nonostante alcune incertezze (dovute ad alcune discrepanze tra i modelli), ondate di calore e condizioni siccitose andranno ad esacerbare i prossimi decenni, con un aumento degli impatti degli eventi meteorologici estremi e, quindi, un aumento delle condizioni critiche per il settore elettrico/energetico italiano. Tali condizioni saranno molto meno critiche se saranno intraprese azioni di mitigazione.

Progetti

Commenti