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Ancora un anno “pesante” per la generazione termoelettrica

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Ancora un anno “pesante” per la generazione termoelettrica

Le difficoltà del settore illustrate recentemente in un tavolo di crisi presieduto dal vice ministro MISE Claudio De Vincenti.

Presentato da RSE uno studio in vista degli obiettivi europei del 2030. Una delle sfide più importanti che il sistema elettrico italiano dovrà affrontare nel corso del 2015 riguarda la perdurante crisi del parco di generazione termoelettrica. La situazione di difficoltà del comparto, ormai nota agli addetti ai lavori, è stata di recente fotografata in occasione del tavolo di crisi  sulla situazione dei cicli combinati italiani, presieduto dal vice ministro MISE Claudio De Vincenti a Roma lo scorso 18 dicembre. In questa occasione RSE ha presentato uno studio che fotografa le attuali criticità e le prospettive future.

Margini economici in sofferenza per i cicli combinati

“Uno degli elementi che sono stati evidenziati – dichiara Massimo Gallanti – è la progressiva riduzione delle ore di funzionamento dei cicli combinati senza priorità di dispacciamento, ormai inferiori a 1.500 ore equivalenti annue. Lo stato di sofferenza emerge anche dall’analisi sui margini economici (ricavi meno costi variabili). Con riferimento alle unità di produzione non cogenerative localizzate sulla Penisola (escluse quindi quelle presenti in Sicilia) nel mercato MGP i margini medi sono positivi solo in due fasce orarie (dalle 9 alle 11 e dalle 19 alle 23). Nelle altre ore i ricavi non riescono a coprire neppure i costi variabili”.
La situazione è migliore nel mercato dei servizi di dispacciamento (MSD e MB) dove i cicli combinati della Penisola mediamente realizzano margini tre volte superiori a quelli dei mercati dell’energia.

Premiata solo la flessibilità

“Ciò conferma – prosegue Gallanti – che oggi il mercato valorizza solo le caratteristiche di flessibilità. Complessivamente, ad eccezione degli impianti collocati nella zona Centro Sud, Sicilia e Priolo, i margini conseguiti su tutti i mercati dai cicli combinati non cogenerativi mediamente non consentono di coprire i loro costi fissi. Per di più, per gli impianti non ancora ammortizzati, si aggiunge anche la mancata copertura dei costi di capitale”.
Dunque cosa ci si può concretamente aspettare per i prossimi mesi? “In una situazione di domanda stagnante, di produzione da fonti rinnovabili elevata e con una disponibilità di energia di importazione a basso costo, la situazione non è destinata a cambiare. La rilevante overcapacity  del parco di generazione continuerà a determinare un eccesso di offerta sulla Borsa elettrica (in particolare su MGP) deprimendo così i prezzi e i margini realizzati dai cicli combinati”.

Cambiamenti di breve e lungo periodo

“È quindi da mettere in conto una razionalizzazione del parco attuale, come peraltro prefigurato dalla stessa SEN e confermato da importanti operatori (ad esempio, Enel e A2A) che hanno annunciato l’imminente messa in stato di conservazione o addirittura la chiusura di una parte del proprio parco di produzione”.
Lo studio presenta anche un possibile scenario per il sistema elettrico al 2030, coerente con gli obiettivi del pacchetto clima energia 2030 della Commissione Europea. In Italia la produzione da fonti rinnovabili raggiungerà il 54 per cento della produzione elettrica, comprimendo ulteriormente la quota dei combustibili fossili, e in particolare dal gas. I cicli combinati non cogenerativi, unitamente ai sistemi di accumulo, dovranno, ancor più di oggi, garantire la flessibilità del sistema elettrico e l’adeguatezza del parco di produzione.

RSE pronta a fornire il proprio contributo

“L’attuale modello del mercato elettrico, basato su una Borsa che remunera con prezzo l’energia – conclude Gallanti – necessita di una importante rivisitazione per garantire lo sviluppo in linea con gli obiettivi del 2030 e per integrarsi con i mercati dei Paesi limitrofi, secondo quanto previsto dallo Standard Model europeo. A questo compito è pronto a fornire il proprio contributo anche RSE, studiando gli effetti di nuove regole mediante l’impiego dei propri simulatori di mercato e di rete”.