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Assemblea annuale di Assoelettrica: anche la RDS può e deve essere protagonista

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Assemblea annuale di Assoelettrica: anche la RDS può e deve essere protagonista

In un contesto economico difficile la ricerca rappresenta un punto di incontro tra le esigenze del mercato e la necessità di rendere più competitivo e sicuro il sistema elettrico nazionale.

L’assemblea annuale di Assoelettrica, che si è svolta a Roma lo scorso 27 giugno, ha offerto alla ricerca di sistema un assist prezioso. A dire il vero, la RdS non è stata chiamata in causa esplicitamente e in prima persona nella relazione del presidente Chicco Testa. E anche la successiva tavola rotonda – che ha visto la partecipazione del ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato, del vicepresidente di Confindustria Aurelio Regina, del presidente AEEG Guido Bortoni e del presidente della X Commissione Senato Massimo Mucchetti – non ne ha parlato nel dettaglio.
Eppure… la sua presenza si è fatta sentire.

“Facendo una estrema sintesi della relazione – è stato il commento a caldo di Stefano Besseghini, amministratore delegato di RSE – è stata evidenziata la necessità di una più proficua convivenza tra i due mondi, delle fonti rinnovabili e di quelle fossili, che devono concorrere assieme alla realizzazione di un sistema elettrico più efficiente e sostenibile, senza cercare di prevalere l’uno sull’altro. Questo significa perseguire l’obiettivo di rendere più flessibile la generazione da fonti tradizionali; uno dei must che proprio la RdS si è posta come tema centrale del proprio programma di lavoro”.

“Dall’altra parte – prosegue Besseghini – vuol dire chiedere alle fonti discontinue di entrare sul sistema elettrico in modo più responsabile. In concreto? Accumulo e previsioni meteorologiche, altri due filoni centrali per la ricerca di sistema”. Non solo. Nel mutato contesto energetico sempre più importante sarà una accurata selezione dei possibili scenari in base a un’attenta valutazione dei costi/benefici. Questo significa poter contare su modelli affidabili, se possibile condivisi anche a livello europeo. Un ambito nel quale proprio RSE può vantare una consolidata esperienza e una intensa attività su scala internazionale.

Perché allora non si è parlato esplicitamente di ricerca? “C’è una consapevolezza dei problemi da affrontare – ammette Besseghini – e non mancano i suggerimenti per delineare percorsi di uscita… ma poi quando si arriva a parlare di cura e di terapia non si ha il coraggio di chiamare in causa esplicitamente la ricerca. Forse perché si pensa – erroneamente – che la ricerca possa dare risultati solo a lungo termine. È vero, non può certo risolvere tutti i problemi e non può farlo nell’immediato.

Ma ha già acquisito e consolidato risultati importanti e sarebbe un vero peccato trascurare questo prezioso fattore di sviluppo”. Una importante apertura al riguardo è venuta dallo stesso Massimo Mucchetti che ha riconosciuto: “Gli enti di ricerca non vengono spesso ascoltati dalla parte politica; ma questo è un errore anche perché proprio nel settore energetico abbiamo in Italia realtà molto valide”.