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Certificati Bianchi: la (nostra) ricerca ha ancora un contributo da dare

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Certificati Bianchi: la (nostra) ricerca ha ancora un contributo da dare

Per essere pienamente operativo, il nuovo decreto, entrato in vigore lo scorso 4 aprile, richiede che vengano definiti – entro metà giugno – alcuni aspetti ancora in sospeso. Proprio su questi punti RSE, insieme a ENEA, sta fornendo il suo prezioso contributo a supporto del GSE.

Come noto, lo scorso 4 aprile è entrato in vigore il decreto interministeriale (11 gennaio 2017) che definisce obiettivi e obblighi di risparmio per il periodo 2017-2020 e aggiorna le linee guida per il meccanismo dei Certificati Bianchi. Di fatto, opera una sorta di manutenzione sui criteri di ammissibilità e di riconoscimento dei titoli di efficienza, con l’obiettivo di migliorare l’efficacia del sistema, superando le criticità incontrate fino ad oggi in fase di attuazione.

Perché il decreto sia pienamente operativo, occorre definire alcuni aspetti ancora in sospeso; in particolare la predisposizione delle proposte di progetto a consuntivo (PC) e standardizzato (PS) e la definizione della guida operativa settoriale.

Il primo punto (PS) consiste in un approccio semplificato e consente ai proponenti che dimostrino la ripetibilità degli interventi effettuati, di utilizzare un unico campione rappresentativo come elemento di misura e di verifica, supponendo che i risultati di risparmio ottenuti su questo possano essere replicati a tutti gli altri casi. Si pensi alla sostituzione delle lampadine in tutti i supermercati della stessa catena, prendendone come riferimento un solo punti vendita.

Il secondo aspetto è più complesso perché richiede, per molti settori, la definizione di un “coefficiente di baseline”, considerato come minimo riferimento di prestazione. A partire da questo, si può poi calcolare il risparmio netto per differenza, rispetto all’obiettivo di efficientamento dichiarato dal proponente. In estrema sintesi, saranno premiati (dunque, incentivati) solo gli interventi in grado di conseguire un risparmio addizionale rispetto a quello ottenibile in assenza di incentivo; un approccio finalizzato ad evitare gli abusi e un uso non corretto dei fondi pubblici.

Proprio su questi punti RSE, insieme a ENEA, è stata chiamata a dare il proprio contributo, supportando il GSE. Occorre fare presto – entro metà giugno – e per questo la macchina operativa si è già messa in moto; dopo la riunione di coordinamento presso il MISE dello scorso aprile, sono adesso operativi i gruppi di lavoro con il GSE.

È un compito particolarmente delicato in quanto vi sono molte aspettative (e interessi) da parte del mondo degli operatori. Un importante impegno che valorizza e cortocircuita le due anime di RSE: l’approccio operativo svolto dai colleghi valutatori e quello di ricerca, svolto nell’ambito dei progetti RdS sul tema dell’efficienza. Un’altra buona occasione per dimostrare che la ricerca serve davvero!