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Efficienza energetica, nelle scuole si può e si deve fare

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Efficienza energetica, nelle scuole si può e si deve fare

Uno studio di RSE ha misurato e valutato i vantaggi, in termini di risparmio e ambientali, di interventi per migliorare l’efficienza energetica degli edifici scolastici italiani.

SEIn questi anni di crisi economica anche gli investimenti pubblici si sono ridotti al lumicino. Ma esistono comparti dove gli interventi finanziari valgono davvero la proverbiale “candela”. Uno di questi è il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici. E in particolare quelli dello sterminato patrimonio dell’edilizia pubblica. Con il motto di: “spendere prima, per risparmiare poi”, si dovrebbe intervenire, ad esempio, sugli edifici scolastici italiani, come proposto da uno studio elaborato dal Dipartimento Sviluppo dei Sistemi Elettrici di RSE – Ricerca sul sistema Energetico – recentemente presentato.

Lo studio, elaborato dai ricercatori Marco Borgarello e Francesca Carrara, ha valutato nel 35% il possibile risparmio sui consumi energetici degli edifici, ottenibile attraverso semplici interventi. Grazie alla sostituzione delle lampadine con modelli ad alta efficienza e basso consumo, al ricambio degli infissi e alla coibentazione di pareti e solai, oltre al controllo delle temperature di esercizio degli impianti, si potrebbe ottenere un risparmio medio di 13.000 euro annui a Istituto, su una bolletta media che per ogni scuola si aggira sui 27.000 euro all’anno.

Ciò porterebbe, in termini ambientali, a una minor emissione di circa 1 milione di tonnellate di CO2 annuo, considerando l’intervento più leggero in termini di efficientamento, che corrisponde alle emissioni di circa 300.000 auto (emissioni medie 140gCO2/km per una percorrenza di 20.000 km anno) per un valorizzazione economica dalla minor emissione di CO2 di 10 milioni di euro (10 €/t CO2).

In Italia oggi le 45mila scuole pubbliche italiane consumano 1,1 Mtep l’anno. I costi per questi interventi – per altro previsti dal decreto legge 5/12 – sono stati stimati nello studio di RSE a circa 170 euro al metro quadro. Un dato che proiettato, ad esempio, su una scuola dell’infanzia che mediamente occupa 800 metri quadrati, prevederebbe un investimento di circa 130.000 euro che potrebbe essere ammortizzato nell’arco di 16-20 anni.

Il 50% del patrimonio scolastico italiano è stato costruito fra gli anni 60 e 80, utilizzando mattoni forati quindi senza coibentazione ne isolamento termico e il 60% non è mai stato oggetto di riqualificazioni energetiche. La ricerca prevede tre tipologie di intervento con altrettanti step che possano migliorare di volta in volta in maniera maggiore l’efficienza energetica degli edifici scolastici anche con la sostituzione degli impianti termici con sistemi a maggior efficienza e con l’isolamento a terra e l’uso di pompe di calore elettriche. Lo studio di RSE prende anche spunto dalla normativa europea che impone interventi di efficientamento energetico per gli edifici pubblici che dovrebbero tendere all’obiettivo consumo “quasi zero”.