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La pompa di calore: scenari di sviluppo a confronto

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La pompa di calore: scenari di sviluppo a confronto

Il prossimo 14 maggio, presso la sede del GSE, si parlerà del ruolo di questa tecnologia come elemento chiave per conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione. Nel dibattito, RSE è chiamata a testimoniare la sua esperienza e le competenze maturate sul tema.

La pompa di calore: una tecnologia chiave per gli obiettivi 2030 (Elettricità, efficienza e rinnovabili per decarbonizzare i consumi di energia degli edifici). È questo il tema del convegno – promosso dagli Amici della Terra e da Assoclima – che si svolgerà a Roma il prossimo 14 maggio, presso la sede del GSE.

Il ruolo di questa tecnologia – elemento chiave per conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione – sarà approfondito da un panel di esperti, in rappresentanza di ricerca, utility, mondo associativo, produttori di PdC, componente politica.

RSE è stata chiamata a testimoniare la sua esperienza e la sua consolidata competenza, con un intervento (curato da Marco Borgarello) dal titolo: Gli scenari per le pompe di calore nel Piano Energia e Clima.

Gli sfidanti obiettivi della decarbonizzazione richiedono di adottare misure e azioni per ridurre i consumi di combustibili fossili in tutti i settori energivori, promuovendo l’adozione di tecnologie e comportamenti efficienti e favorendo la diffusione delle rinnovabili.

La pubblicazione del PNIEC (il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima) illustra la strategia che il Paese intende adottare per promuovere, a tendere, un’economia sempre più rispettosa delle persone e dell’ambiente; dalla lettura del documento emerge che al 2030, circa il 60 per cento dell’obiettivo di riduzione dei consumi sarò a carico del  settore civile (residenziale e terziario).

Tale impegno è giustificato dall’ampia diffusione del costruito sul territorio (circa 24 milioni di abitazioni stabilmente occupate), dalla vetustà  degli edifici (la metà del patrimonio residenziale ha superato i 50 anni) e quindi dalla scarsa “efficienza”, considerando anche il sempre più importante ruolo assunto dalla climatizzazione, cui è destinato  circa il 70 per cento dei consumi del settore.

In tal senso, l’utilizzo della PdC risulterà strategico per promuovere la riduzione dei consumi; l’efficienza del processo e la possibilità di utilizzare l’energia ambiente, riconosciuta ai sensi della normativa vigente, come rinnovabile termica, possono costituire un asset importante per il Paese.

Per altro, è in via di discussione, in ambito europeo, la proposta di valorizzare anche la quota di energia da rinnovabili prodotta per il raffrescamento dalle pompe di calore, situazione particolarmente favorevole per i climi mediterranei dell’Italia.

In tal senso, il PNIEC prevede che al 2030 la quota di FER C imputabile alle PdC crescerà di circa il doppio rispetto alla quota contabilizzata al 2016, prevedendo una diffusione di quasi 4 milioni di nuovi apparecchi, di cui circa 2/3 (circa 2,5 milioni) destinati al residenziale.

Tale diffusione potrà contribuire a ridurre di circa 1 Mtep i consumi del settore residenziale, contribuendo per circa il 30 per cento agli obiettivi di settore.

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