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L’Italia porta a Johannesburg il suo know-how sulle grandi dighe

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L’Italia porta a Johannesburg il suo know-how sulle grandi dighe

Il tradizionale Annual Meeting dell’ICOLD (la Commissione delle Grandi Dighe) che si è tenuto in Sudafrica a metà maggio ha confermato il ruolo fondamentale della ricerca.

Il contributo italiano, e in particolare di RSE è stato pienamente riconosciuto nel contesto internazionale.

Il tradizionale Annual Meeting dell’ICOLD – la Commissione delle Grandi Dighe, che raccoglie l’adesione di circa 100 Paesi – si è tenuto quest’anno a Johannesburg a metà maggio. Un dato merita di essere evidenziato: si è trattato dell’ottantaquattresima edizione!

Questo numero, da solo, conferma la forza (ma anche le problematiche…) di un settore, quello delle grandi dighe, che pur avendo ancora ampi margini di sviluppo nelle aree emergenti del Pianeta, in molti Paesi – tra cui in primis l’Italia – ha già una storia secolare. È difficile trovare altri esempi similari nel settore della generazione energetica!

La delegazione italiana era formata da Giovanni Ruggeri (ENEL, presidente dell’ITCOLD, il Comitato Italiano Grandi Dighe, che aderisce all’ICOLD), Guido Mazzà (RSE, vice presidente dell’ITCOLD), Massimo Meghella (RSE), Francesco Fornari (ENEL), Alessandro Palmieri (Salini-Impregilo).

“Il meeting – spiega Guido Mazzà – ha dimostrato come a livello mondiale vi sia una crescente attenzione sul tema delle dighe, sia nei Paesi meno sviluppati sia in quelli a tecnologia più matura tra i quali si annovera ovviamente l’Italia, caratterizzata dalla presenza di oltre 500 grandi dighe con un’età media superiore ai 60 anni. Nel corso del meeting sono stati dibattuti aspetti di interesse dei Paesi in via di sviluppo, per i quali prevalgono le esigenze di una maggiore disponibilità idrica per uso potabile, irriguo ed energetico”.

“Comunque, anche le tematiche riguardanti le realtà a tecnologia matura – nelle quali la presenza delle dighe risulta essere ormai parte integrante del contesto socio-economico e ambientale del territorio – hanno avuto ampio spazio. Ci si riferisce, in particolare, alla riabilitazione dei sistemi idrici, sia nella componente civile (la diga e le opere accessorie) sia nella componente elettro-meccanica. Inoltre – prosegue Mazzà – è stato preso in esame anche il rapporto tra il sistema diga e il territorio che ospita questi impianti; un aspetto che sta guadagnando uno spazio significativo”.

“In tali contesti la ricerca gioca un ruolo fondamentale e l’esperienza di RSE può essere pienamente valorizzata. In particolare, il contributo italiano e di RSE è pienamente riconosciuto nel contesto internazionale sia per il ruolo di coordinamento assegnato in alcuni Comitati Tecnici sia per leadership attribuita all’Italia nella conduzione del Club Europeo”.