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Maranesi: “Dalla ricerca al mercato in tempi più stretti”

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Maranesi: “Dalla ricerca al mercato in tempi più stretti”

A margine della premiazione dei 20 progetti vincitori del bando Energie per la Ricerca, il presidente RSE ha evidenziato quanto le attuali procedure non siano compatibili con la componente impresa.

Lo scorso 11 giugno si è svolta a Roma la cerimonia di premiazione dei 20 progetti di ricerca che si sono aggiudicati il bando Energie per la Ricerca. L’importante iniziativa, promossa dalla Fondazione Centro Studi Enel e dalla Fondazione CRUI, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, è stata l’occasione per un incontro-dibattito tra le diverse anime direttamente coinvolte nel mondo della ricerca: le Università, gli istituti di R&S, il mondo dell’impresa, la componente politica.

Tra i molti spunti, due in particolare sono stati colti da Piero G. Maranesi, presidente di RSE. “In primo luogo ho rilevato una convergenza molto marcata sull’esigenza di coinvolgere sempre di più le imprese nella ricerca nazionale in generale, e soprattutto in specifici progetti di ricerca”. “Mi trovo poi in piena sintonia con l’intervento del presidente della Fondazione CRUI, Marco Mancini – ha aggiunto Maranesi – che ha evidenziato il problema del timing. I tempi che intercorrono tra la progettazione di una attività di ricerca e l’eventuale implementazione dei risultati, in un prodotto destinato al mercato, sono troppo lunghi.

L’attuale procedura, soprattutto per quanto riguarda la ricerca pubblica italiana, non è compatibile con i tempi e le esigenze della componente impresa. E questo vale in particolare in questa difficile fase congiunturale in cui la competizione è diventata ancora più globale e più agguerrita”.

Che messaggio può cogliere da queste considerazioni una realtà come RSE? “Una conferma di una serie di riflessioni che stiamo portando avanti da tempo – risponde Maranesi – e di situazioni che sono già ben presenti sui nostri tavoli.

La necessità di accrescere il ruolo di affiancamento alle imprese e di orientare la nostra attività verso fini applicativi più concreti, pur senza trascurare la ricerca fondamentale, è una strada che abbiamo deciso di percorrere già da tempo. E che ora trova ulteriori importanti conferme”.

In chiusura, un buon auspicio e un messaggio di concreto ottimismo. “Durante questo evento abbiamo avuto la conferma della fertilità intellettuale dei nostri giovani e della passione per la ricerca che ancora li anima. L’augurio è quello di poter sfruttare al meglio queste risorse, con un ritorno diretto per il Sistema Paese”.