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Ritorna Area C, da RSE un parere scientifico sull’impatto ambientale

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Ritorna Area C, da RSE un parere scientifico sull’impatto ambientale

I ricercatori di RSE – Ricerca sul Sistema Energetico – hanno elaborato una serie di studi e di ricerche per valutare l’impatto di provvedimenti di limitazioni della circolazione.

Le ricadute di provvedimenti come Area C possono essere valutate solo in contesti più ampi e con un più vasto spettro rispetto a quello cittadino.
Dopo due mesi di sospensione, il 17 settembre scorso il Comune di Milano ha ripristinato Area C, la zona di accesso a pagamento nel centro della città, sospesa a fine luglio da una sentenza del TAR. La decisione ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica il tema dell’impatto di questi provvedimenti sulla qualità dell’aria e sulle emissioni di inquinanti.

Argomenti che sono stati oggetto di numerose ricerche di RSE – Ricerca sul Sistema Energetico – principale centro di ricerca italiano sul sistema elettro-energetico che a sede proprio a Milano. Nell’ambito di uno studio finanziato da Regione Lombardia e coordinato dal JRC – Joint Research Centre di Ispra (progetto POMI), RSE ha condotto una valutazione dettagliata del ruolo delle principali sorgenti emissive presenti in Pianura Padana ed in particolare nell’area di Milano.

La presenza di polveri fini in atmosfera è determinata dalla complessa interazione di diversi fattori sia meteorologici che antropici, che rendono difficile l’individuazione di soluzioni certe ed efficaci ad un problema che da molti anni incide negativamente sulla qualità della vita in aree vaste. La questione particolato è determinata da molte categorie di sorgenti. Un ruolo chiave nell’interpretazione del problema può essere fornito dai modelli matematici, attraverso i quali è possibile ricostruire in maniera quantitativa il destino degli inquinanti atmosferici.

L’analisi effettuata ha evidenziato che il trasporto su strada costituisce uno dei contributi più significativi alle concentrazioni di particolato atmosferico PM2.5 . L’intero complesso delle emissioni da trasporti che insiste sull’area padana contribuisce ad almeno il 20% della concentrazione totale media annua su larga parte della pianura padana e tale contributo sale fino al 35% a Milano. L’analisi effettuata ha inoltre evidenziato il carattere fortemente interregionale del problema del particolato, intendendo che la concentrazione osservata in un certo punto è determinata non solo dalle sorgenti locali, ma dal bacino nel suo complesso.

In particolare lo studio ha evidenziato che a Milano il contributo delle sorgenti della città stessa produce circa il 25% della concentrazione complessiva; considerando l’intera “zona critica” tale contributo sale a circa il 40%. Sono stati anche valutati i ruoli dei singoli composti che compongono il PM2.5, oltre che la sua concentrazione complessiva, appuntando l’attenzione sul cosiddetto Black Carbon (BC) , una delle specie più pericolose per la salute umana.

Le simulazioni modellistiche evidenziano che la sorgente “città di Milano” contribuisce per quasi il 50% circa della concentrazione complessiva di BC registrata in città ed il solo settore trasporti vi concorre per un quarto. Queste percentuali salgono ulteriormente se si considera l’area critica nel suo complesso. Il risultato ottenuto si spiega facilmente considerando che il BC, a differenza del PM2.5 complessivo, è di natura esclusivamente primaria e -come tale- è maggiormente influenzato dal contributo delle sorgenti locali.

In sintesi dalle ricerca RSE emerge come la concentrazione totale di PM2.5 registrata ad un determinato recettore, è prodotta dal contributo diverse categorie e aree emissive. Non è dunque possibile identificare un’unica sorgente come responsabile del problema “particolato atmosferico”. Le politiche di riduzione delle emissioni da sorgenti locali, in particolare nel bacino padano, possono raggiungere l’efficacia attesa solo se integrate in un più ampio programma di azione, con interventi articolati, che richiedono, in particolare quelli sulla mobilità, la messa in campo di significative risorse economiche e un impegno sul medio-lungo periodo.

Ciò non toglie che il problema sanitario di esposizione di ampie fasce della popolazione ad elevate concentrazioni di composti particolarmente dannosi per la salute necessita e giustifica interventi localizzati e incisivi, che possono apportare anche importanti benefici in termini di decongestionamento del traffico e di riduzione di episodi acuti di inquinamento locale.