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RSE presente al Renmad Storage, l’evento sul futuro dell’accumulo in Italia

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RSE presente al Renmad Storage, l’evento sul futuro dell’accumulo in Italia

Alla conferenza sui sistemi di accumulo è intervenuto il Direttore del Dipartimento Sviluppo Sistemi Energetici di RSE Michele Benini per un approfondimento sul ruolo del nuovo Meccanismo di Approvvigionamento della Capacità di Stoccaggio Elettrico (MACSE).

 

RSE ha preso parte al Renmad Storage, evento di punta in Italia dedicato ai sistemi di accumulo elettrico, che si è tenuto in due giornate di interventi e tavole rotonde focalizzate sul futuro della transizione energetica, dal 2 al 3 aprile a Roma.

 

In particolare, Michele Benini, Direttore del Dipartimento Sviluppo Sistemi Energetici di RSE, è stato protagonista della tavola rotonda intitolata “Il ruolo del MACSE italiano nelle aste sui sistemi di accumulo”, che ha stimolato un momento di confronto sul Meccanismo di Approvvigionamento della Capacità di Stoccaggio Elettrico (MACSE), il nuovo mercato finalizzato a incentivare lo sviluppo di batterie di grande taglia e impianti idroelettrici di pompaggio per favorire l’integrazione delle fonti rinnovabili non programmabili.

 

Durante il suo intervento, Benini ha illustrato il ruolo tecnico-scientifico svolto da RSE nel supportare il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) durante i tre anni di negoziazione con la Commissione Europea per ottenere l’approvazione del MACSE, la cui prima asta è prevista per settembre.

 

Benini ha inoltre sottolineato come lo sviluppo dei sistemi di accumulo promossi dal MACSE potrà limitare la “cannibalizzazione” delle rinnovabili – fenomeno già evidente in paesi come la Spagna – ovvero il calo dei prezzi dell’energia nelle ore di massima produzione da fonti rinnovabili. A completamento del suo intervento, ha presentato i risultati di uno studio condotto da RSE in collaborazione con Terna.

 

Secondo l’analisi, la capacità di accumulo necessaria nel caso in cui le rinnovabili si sviluppassero prevalentemente al Sud e nelle isole (come da richieste di connessione a Terna) sarebbe circa il 50% in più di quella conseguente alla distribuzione territoriale prevista dal decreto “Aree Idonee”, più equilibrata a livello nazionale, con quantità maggiori di FER al Nord.