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RSE sempre più protagonista della Smart Energy

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RSE sempre più protagonista della Smart Energy

Presentato lo studio di Confindustria realizzato con la nostra collaborazione scientifica di Besseghini.

“Abbiamo portato la nostra esperienza nella costruzione di un nuovo approccio metodologico che metta il sistema energetico al centro dell’obiettivo di analisi”.
È stato presentato lo scorso 1° ottobre a Roma, durante il convegno Smart Energy Summit, lo studio commissionato da Confindustria e realizzato con la collaborazione scientifica di RSE che analizza, con un nuovo approccio, il tema dell’efficienza energetica.

L’adozione di uno scenario Best Available Technologies, cioè basato sull’uso di tecnologie avanzate, come indicato dalla ricerca, porterebbe a considerare le politiche per l’efficienza energetica non solo in una logica di contenimento dei costi di innovazione nei processi di consumo di energia, ma anche come volano di sviluppo di attività industriali per il sistema Paese. Il numero di imprese coinvolte direttamente o indirettamente nella domanda per investimenti per l’efficienza energetica supera, oggi, le 250.000 unità.

“Abbiamo collaborato alla ricerca Smart Energy project – ha spiegato nel suo intervento al convegno Stefano Besseghini, amministratore delegato di RSE – portando la nostra esperienza nella costruzione di un nuovo approccio metodologico che metta il sistema energetico al centro dell’obiettivo di analisi. Una modalità familiare a RSE e decisiva in una visione che consente di non ripercorre vie, dimostratesi nel passato errate, che avevano premiato, anche con incentivi pubblici, logiche puntuali senza portare beneficio allo sviluppo tecnologico e industriale del settore energetico italiano”. Un riferimento agli incentivi al fotovoltaico che non si sono tradotti in una crescita industriale del comparto nazionale.

“Per farlo – ha proseguito Besseghini – occorre un metodo che RSE ha proposto, più complesso, ma che assicura la possibilità di pacchettizzare l’efficienza energetica in iniziative replicabili dando un nome a una tecnologia che di per sé è difficile da codificare”.

Tornando alla ricerca, sono forniti interessanti spunti di scenario sulle ricadute generate da un approccio di sistema dell’efficienza energetica. L’impatto macroeconomico delle politiche per l’efficienza da qui al 2020 e l’adozione delle policy suggerite dallo studio di Confindustria, potrebbero portare ogni anno a una crescita della produzione industriale italiana di oltre 65 miliardi di euro con un incremento del numero di occupati di circa 500.000 unità, con un tasso di crescita medio annuo dell’economia pari allo 0,5 per cento del PIL. Dal punto di vista ambientale il risparmio sarebbe di oltre 5,7 miliardi di euro annui – pari al 10 per cento della bolletta energetica nazionale – con minori emissioni di anidride carbonica.