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Sono cambiati gli scenari energetici e devono cambiare le nostre strategie

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Sono cambiati gli scenari energetici e devono cambiare le nostre strategie

Al centro di un convegno al Politecnico di Milano, promosso da AEIT con la collaborazione di RSE e il patrocinio di ANIE Energia, il rapporto degli operatori nazionali di fronte alle profonde e rapide evoluzioni del settore.

Quando gli scenari energetici sono in evoluzione su scala planetaria il rischio è quello di perdere un po’ di vista il particolare. Il macro della geopolitica può far passare in secondo piano le sfide che l’Italia deve affrontare. Di fronte al cambiamento, quindi, come si pongono i nostri operatori del settore energetico e industriale? Quale strategia adottare?

Questo il tema affrontato dal convegno World Energy Outlook 2012 – Conseguenze sulla politica energetica nazionale. Promosso da AEIT, con la collaborazione di RSE e il patrocinio di ANIE Energia, l’evento si è svolto lo scorso 18 giugno presso il Politecnico di Milano. E proprio la voce della ricerca ha preso la parola in apertura dei lavori, fornendo un prezioso contributo al dibattito.

“Il World Energy Outlook 2012 – ha esordito Piero G. Maranesi, Presidente di RSE – rappresenta uno strumento indispensabile per chiunque si occupi di energia e offre autorevoli proiezioni, anche di lungo periodo, su elementi chiave come la sicurezza energetica, la sostenibilità ambientale, lo sviluppo economico”. “Questo studio – ha proseguito Maranesi – è stato presentato di recente in Italia da Fatih Birol (Chief Economist- International Energy Agency), che ha evidenziato i numerosi aspetti di un evidente spostamento in atto nel sistema energetico globale”.

Nel suo intervento, il professor Maranesi, che si è avvalso della presentazione di F. Birol sotto riportata, ha citato alcuni cambiamenti significativi. Il ritorno alla produzione di oil&gas in alcuni Paesi con significative inversioni nei flussi di import-export, qualche ripiegamento dal nucleare, un aumentato interesse per l’efficienza energetica, la forte divergenza dei prezzi del gas oggi esistente tra Europa e Stati Uniti, ma anche tra Asia e Stati Uniti, la persistenza di elementi di instabilità nel sistema energetico (ad esempio, nel 2011 i sussidi alle fonti fossili sono aumentati, posizionandosi al di sopra di quelli destinati alle rinnovabili).

E’ ancora, i livelli di emissioni che permangono molto elevati. Resta poi il drammatico nodo di 1,3 miliardi di persone senza elettricità e il problema delle risorse idriche che sta diventando sempre più cruciale, anche per quanto riguarda le applicazioni al settore energetico (si pensi all’estrazione dell’oil&gas non convenzionale). Solo alcuni spunti destinati necessariamente ad un approfondimento. “Quando il documento è stato presentato in Italia – ha aggiunto Maranesi – qualcuno ha però notato un possibile stacco tra il panorama globale tracciato da Birol e i problemi di più stretta pertinenza nazionale.

E qui entra in gioco proprio RSE, con la sua capacità di tracciare scenari di sviluppo nazionale con prospettive di breve, medio e lungo termine”. Una tematica affrontata nel dettaglio da Massimo Gallanti, Direttore del Dipartimento Sviluppo dei Sistemi Energetici di RSE: “Lo scenario nazionale prende la mosse dalle decisioni comunitarie e dall’implementazione delle direttive europee; la SEN, in particolare, ha rafforzato questi obiettivi.

I consumi di energie rinnovabili salgono al 20 per cento rispetto all’obiettivo del 17 assunto in ambito UE, e si prevede una riduzione del consumo finale lordo di energia grazie all’efficienza ma anche – purtroppo – al calo dovuto alla crisi. Sempre rispetto agli obiettivi europei, anche le riduzioni previste delle emissioni di CO2 sono più ambiziose (meno 21 per cento), e la SEN delinea un importante incremento del ruolo delle rinnovabili termiche”. “E nel lunghissimo periodo (al 2050) – ha aggiunto Gallanti – si prevedono interventi importanti nello specifico dell’edilizia e dei trasporti, raggiungendo la soglia del 75 per cento di rinnovabili nei consumi elettrici e del 60 per cento del consumo finale lordo. Un obiettivo molto sfidante”.

È toccato poi ad Alberto Gelmini (Dipartimento Sviluppo dei Sistemi Energetici, RSE) illustrare i diversi scenari nazionali. Per la loro elaborazione – con orizzonte temporale al 2030 – è stato utilizzato MONET, un modello multi-regionale (caratteristica quest’ultima che rappresenta un importante valore aggiunto, soprattutto in una realtà come quella italiana), particolarmente complesso. Un solo dato tra gli innumerevoli presentati. Secondo queste elaborazioni è plausibile che nel 2020 l’Italia garantisca il 12 per cento della generazione elettrica da fonti rinnovabili in Europa.
Sarebbe un risultato di assoluto rilievo!

Presentazioni

P. Maranesi, F. Birol: “Word Energy Outlook 2012 Conseguenze sulla politica energetica nazionale”
M. Gallanti, A. Gelmini: “Confronto con scenari del sistema energetico nazionale il model MONET”