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Telecomunicazioni ed energia? Due reti da “avvicinare”

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Telecomunicazioni ed energia? Due reti da “avvicinare”

La convergenza delle infrastrutture potrebbe determinare nel medio periodo una migliore accettabilità della seconda (quella energetica) grazie alla presenza della prima (le tlc); con un notevole beneficio del sistema nel suo complesso.

C’è rete e rete… Quando si parla di infrastrutture l’atteggiamento dei cittadini/utenti appare profondamente diverso a seconda che si parli di tlc o di energia.
Il potenziamento delle reti di telecomunicazione è fortemente richiesto dagli utilizzatori e dalle comunità; il rafforzamento dell’economia e delle possibilità di sviluppo derivante da questa scelta non è neppure messo in discussione e qualunque azione che promuova il passaggio dall’ADSL alla banda larga o alla banda ultralarga è di norma assai apprezzato.

Per quanto è dato sapere non si sono mai registrati casi di sindrome NIMBY in merito alle infrastrutture di telecomunicazione.
Al contrario, lo sviluppo della rete energetica – in particolare quella di trasmissione, ma anche di distribuzione – è spesso oggetto di contestazioni e proteste.
Il recente sviluppo della generazione distribuita e delle tecnologie di accumulo è percepito (e presentato) come una “opportunità per l’utente di sganciarsi dalla rete pubblica”, spesso considerata un costo non necessario o sproporzionato rispetto all’utilità dell’infrastruttura.

Si giunge al paradosso che la generazione distribuita e l’accumulo sono visti come un’alternativa all’esistenza di un sistema elettrico, più che un contributo alla sua ridefinizione e rafforzamento.E se si provasse a risolvere la questione attraverso una operazione convergenza?

In altre parole, le tecnologie di telecomunicazione potrebbero essere abilitanti rispetto allo sviluppo delle reti elettriche intelligenti, le ormai ben note smart grid.
La convergenza delle due infrastrutture potrebbe determinare nel medio periodo una migliore accettabilità della seconda (quella energetica) grazie alla presenza della prima (le tlc); con un notevole beneficio del sistema nel suo complesso.
È questo uno degli spunti più interessanti emersi durante un recente meeting internazionale che si è svolto a Lecco.
 
L’evento ha visto la rappresentanza di 25 Paesi ed è stato promosso dall’International Smart Grid Action Network (ISGAN) e dalla Global Smart Grid Federation (GSGF), in collaborazione con RSE.
A margine, è stato anche organizzato un convegno aperto a cui hanno partecipato, oltre ai delegati istituzionali di ISGAN, diversi ricercatori nazionali e imprenditori.
Il raffronto tra settore power e settore telecomunicazioni è stato anche l’occasione per porre a confronto due mondi che hanno livelli di stadiazione molto diversi rispetto allo sviluppo di un mercato liberalizzato.
 
Più evoluto quello delle telecomunicazioni, più vincolato da scelte tecnologiche e investimenti che durano anni (se non decenni) quello dell’energia.
Un elemento di confronto che ha portato subito alla considerazione di come la diversa impostazione tra un settore regolato e uno liberalizzato possa avere un impatto drammatico sulla disponibilità ad investire in infrastrutture da parte degli operatori.
Uno su tutti, in questo senso, l’esempio della utility irlandese GE Energy Ireland che sta sviluppando un progetto FTTH (Fibre to the Home) su indicazione del Governo irlandese (che ne è proprietario) e in stretta partnership con un primario operatore di telefonia.

A dire, con ciò, che la convergenza di aree tecnologiche lascia prefigurare la necessità di innovazione a tutti i livelli, regolatorio, normativo e nella capacità delle aziende di inventarsi nuovi ruoli e nuove posizioni di mercato. Da diverse presentazioni è emerso anche il tema della smart city – che al di là delle suggestioni sociologiche diventa sempre più un elemento di cui si vanno definendo i contorni – come piattaforma in grado di condividere dati e infrastrutture e capace di attivare un processo di innesti di applicazioni di terze parti che permettano di raggiungere il vero beneficiario di tutti gli sforzi (il cittadino) con una offerta ampia e diversificata.
Nel corso del secondo giorno le considerazioni generali hanno lasciato lo spazio agli esempi pratici e, come è naturale, ognuno ha proposto la propria specificità e il proprio genius loci.

È possibile comunque trarre una considerazione unitaria, relativa alla interazione tra mercato e fallimento di mercato nella realizzazione degli interventi infrastrutturali necessari per rendere concreta la piattaforma della smart city.

                                                                                                        Stefano Besseghini
                                                                                         Amministratore delegato RSE