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Algoritmo calme di vento per codice SPRAY

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Algoritmo calme di vento per codice SPRAY

L’algoritmo sviluppato grazie alla collaborazione dell’ISAC CNR di Torino si basa su un sistema di due equazioni di Langevin accoppiate (per le due componenti orizzontali del vento) e consente ai modelli lagrangiani di simulare più correttamente queste situazioni in cui la presenza di meandering diventa rilevante.

Tale algoritmo può essere inserito in tutti i modelli lagrangiani a particelle basati sull’equazione di Langevin per il moto orizzontale. E’ stato validato verificando le previsioni con il risultato di un esperimento con rilascio di un tracciante in atmosfera reale (INEL, Sagendorf and Dickson, 1974). Si è così osservato un effettivo miglioramento delle performance con una ricostruzione del campo di concentrazioni più vicina alle misure rispetto a quella ottenuta utilizzando le equazioni stocastiche classiche per i casi di turbolenza omogenea e stazionaria. Il modello di calma di vento può essere inserito nel codice SPRAY dopo essere stato modificato al fine di considerare la presenza di disomogeneità orizzontali nel campo di turbolenza. La validazione è avvenuta in situazioni dove erano presenti misure grezze di velocità del vento con campionamenti ogni 3-4 sec. E’ possibile utilizzare l’algoritmo anche nei casi dove ci non accade ma non sono state effettuate delle verifiche complete ed esaurienti. Il codice su cui si basa l’algoritmo è il Fortran 90 ma è facilmente adattabile ad altri linguaggi.

La simulazione della dispersione di inquinanti in atmosfera in condizioni di vento debole o di calma di vento (u < 1-1.5 m s-1) è un compito particolarmente arduo. Infatti in tali condizioni non è più possibile definire una direzione del vento precisa ed il campo di velocità è difficilmente descrivibile come la somma di una parte media e di una variabile turbolenta. Al diminuire della velocità del vento aumenta la deviazione standard della direzione del vento per cui, in genere, il settore angolare intorno alla sorgente interessato dalla ricaduta al suolo aumenta di molto, e vi sono molti casi in cui tale settore pu essere anche di 360 gradi. Questo è dovuto alla presenza del fenomeno del meandering del vento ovvero alla presenza di oscillazioni orizzontali della direzione a bassa frequenza (tipicamente 30 – 60 minuti) che si manifestano quando il vento prevalente sinottico, vicino al suolo, tende a zero. Questo fa sì che le condizioni di vento debole siano considerate fra le più critiche dal punto di vista della modellistica della dispersione. Infatti, la maggioranza dei modelli regolatori semplici (es: i modelli EPA o altri tipi di modelli Gaussiani) limitano la loro applicazione a venti medi dell’ordine dei 2 m/s o più. Si noti che le situazioni di vento debole si presentano, statisticamente, in modo consistente in varie parti del mondo (in pianura padana, ad esempio, si raggiunge una frequenza del 70% dei valori medi orari).

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