La possibilità di procedere a verifiche è stata però sino ad oggi, limitata in concreto alla sola parte BT delle catene di misura; la parte AT, costituita dai TA e dai TV, è forzatamente trascurata per gli oneri tecnici ed economici derivanti dalla messa fuori tensione e dalla conseguente indisponibilità dello stallo e a questa limitazione si allineano le prescrizioni sin qui emanate nei singoli Paesi dalle Autorità per l’Energia e dai Gestori di rete. Per la prima volta a livello internazionale è ora possibile ovviare a questo problema, utilizzando: metodologie basate sull’applicazione di metodi di lavoro sotto tensione per l’installazione dei dispositivi e di sofisticate tecniche ed algoritmi di trattamento del segnale per l’analisi dei dati. Apparecchiature costituite da trasduttori di riferimento (una bobina di Rogowski e un divisore di tensione misto resistivo – capacitivo) di costruzione speciale e caratterizzati da particolari prestazioni metrologiche e dai dispositivi e dagli attrezzi ideati e realizzati appositamente per consentirne l’installazione sotto tensione. Metodi e prototipi delle apparecchiature, utilizzabili sino a 380 kV, sono stati preventivamente collaudati e caratterizzati in laboratorio e, infine, sperimentati con successo nella stazione TERNA di Rondissone; parte dei prodotti della ricerca è in corso di brevetto.