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Analysis of Photovoltaic Performance Loss Rates of Six Module Types in Five Geographical Locations

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Analysis of Photovoltaic Performance Loss Rates of Six Module Types in Five Geographical Locations

Lo scopo del lavoro è di confrontare differenti metodologie di calcolo del Performance Loss Rate (PLR) applicandole su diverse tecnologie fotovoltaiche installate in differenti condizioni climatiche (moduli fotovoltaici della stessa tecnologia/produttore/modello installati a Milano, Catania, Bolzano, Cipro, ecc.). Saranno analizzate serie storiche di dati (dati meteo e di produzione energetica per il periodo 2011 – 2016) e, dopo aver applicato una serie di opportune correzioni/filtri (ad esempio per eliminare misure in condizioni di ombreggiamento parziale degli impianti), i dati di tali impianti saranno processati tramite quattro diverse tecniche statistiche (Performance Ratio “tradizionale”, media mobile del PR, PR ad elevati irraggiamenti, PVUSA) al fine di valutare l’efficacia delle differenti metodologie di calcolo nonché la relativa incertezza.

In questo articolo, sono stati calcolati i tassi di perdita di rendimento annuo (PLR) di cinque diverse tecnologie fotovoltaiche (FV) collegate alla rete sulla base di misurazioni sul campo all’aperto. I dati utilizzati sono stati raccolti in cinque diverse località geografiche che coprono cinque zone climatiche. I valori PLR sono stati determinati come misure assolute e relative per tutti i siti e tipi di moduli utilizzando la decomposizione stagionale delle serie temporali con regressione locale. I risultati sono molto coerenti e mostrano un raggruppamento del PLR per ogni tecnologia, a condizione che vengano rimossi alcuni outlier spiegabili. Ciò consente di concludere che, in presenza di sistemi correttamente dimensionati e orientati alla qualità, l’influenza dei diversi climi sul degrado dei moduli fotovoltaici non è molto forte. Nella prima approssimazione, i valori di degradazioni individuali calcolati in una singola zona climatica possono essere considerati rappresentativi della tecnologia in generale. La ragione di ciò è che per i difetti esiste un’energia di attivazione associata, che non è stata ancora raggiunta nei sistemi analizzati in questo studio.

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