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Destino del mercurio emesso dagli impianti termoelettrici a carbone negli ecosistemi acquatici

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Destino del mercurio emesso dagli impianti termoelettrici a carbone negli ecosistemi acquatici

Recently updated on Maggio 11th, 2021 at 09:07 am

Il ricorso al carbone come combustibile nella generazione elettrica, attraente sul piano energetico ed economico, incontra forti resistenze sotto il profilo ambientale, sia in relazione alle emissioni di particolato fine (PM10), di ossidi di azoto (NOx) e di zolfo (SOx), che a causa della quantità di CO2 prodotta per unità di energia generata (più che doppia rispetto all’uso del gas naturale) ed alla maggiore emissione di microinquinanti inorganici. Tra questi, il mercurio si caratterizza per l’elevata volatilità, la metilazione negli ambienti acquatici ad opera dei batteri anaerobi solfato-riduttori, il bioaccumulo e la biomagnificazione negli organismi acquatici dei più elevati livelli trofici della catena alimentare. A tal fine, utilizzando le dichiarazioni ufficiali fornite dai gestori degli impianti all’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente ed i Servizi Tecnici (APAT), viene riportata l’entità del mercurio emesso dagli impianti a carbone in esercizio nel 2001. Viene inoltre stimata, sulla base dei fattori di emissione e dell’efficacia di abbattimento dei sistemi di trattamento fumi, l’entità presumibile delle emissioni nel 2006. Vengono descritti i principali processi che rivestono una particolare importanza nella metilazione del mercurio negli ecosistemi acquatici e sono descritte le attività avviate da CESI nell’ambito della “Ricerca di sistema per il settore elettrico” in tre ecosistemi “campione” (fiume Vara, torrente Agogna, Mar Piccolo di Taranto).

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