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Lo spettro del materialismo si aggira per l’Europa: perché il waste to energy è maltrattato dalla Tassonomia?

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Lo spettro del materialismo si aggira per l’Europa: perché il waste to energy è maltrattato dalla Tassonomia?

Questo articolo analizza i motivi per cui le attività di termovalorizzazione sono state ampiamente escluse dalla tassonomia europea per la finanza sostenibile, nonostante il loro potenziale nel soddisfare la domanda di energia. La marginalizzazione del recupero energetico dai rifiuti comporta il rischio di sprecare risorse e di perdere opportunità di innovazione e di reddito.

Il recupero di energia dai rifiuti (in inglese waste to energy) ha tradizionalmente offerto una gamma non trascurabile di opportunità per soddisfare la domanda di energia. Questo articolo concentra l’attenzione sulle modalità e le ragioni per cui le attività waste to energy siano state finora prevalentemente escluse dalla costruenda tassonomia europea per la finanza ambientalmente sostenibile, ovvero il quadro regolamentare concepito dall’Unione Europea per orientare la finanza privata verso gli obiettivi ambientali a medio e lungo termine.

 

Con la definitiva affermazione del paradigma dell’economia circolare nella politica europea (Green Deal europeo e Secondo Piano d’azione per l’economia circolare), il recupero di energia dai rifiuti è stato silenziosamente emarginato dalle politiche e strumenti a sostegno della transizione, col rischio di trovarci comunque costretti a smaltire rifiuti non riciclati, sprecando risorse energetiche locali e rinunciando a opportunità di innovazione e reddito.

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