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1.1.1c-Il settore tessile, dell’abbigliamento, della pelle e del cuoio: analisi dei consumi energetici e prospettive future

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1.1.1c-Il settore tessile, dell’abbigliamento, della pelle e del cuoio: analisi dei consumi energetici e prospettive future

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 12:41 pm

Il presente rapporto documenta le attività eseguite nell’ambito del sotto-progetto EDEN della Ricerca di Sistema. Il sottoprogetto “EDEN – Evoluzione della Domanda di Energia Elettrica” ha lo scopo di studiare lo sviluppo a lungo termine dei consumi ed i relativi impatti sul sistema elettrico nazionale per gli effetti: �ƒ della modifica della pratica tecnologica corrente conseguente all’evoluzione della tecnica e all’utilizzo delle tecnologie ritenute più efficienti dal punto di vista energetico ambientale, �ƒ della variazione della localizzazione geografica dei consumi a livello territoriale per individuare i siti di produzione elettrica ed i conseguenti adeguamenti delle reti di trasmissione e distribuzione, �ƒ delle politiche di intervento nella promozione delle tecnologie innovative e dell’uso efficiente dell’energia, mediante un modello per la previsione di medio-lungo periodo della domanda di energia in generale ed elettrica in particolare, disaggregata per ambiti territoriali, capace di tenere in conto gli obiettivi generali di sviluppo del Paese con un grado di dettaglio settoriale sufficiente a consentire analisi sulle tecnologie di uso finale sostitutive e la conseguente variazione di consumo. Per gli scopi del sottoprogetto EDEN si è giudicato MARKAL – TIMES, un generatore di modelli tecnologici del tipo “bottom up” che consente di costruire modelli tecnico-economici di minimo costo dipendenti dal tempo, adatto a simulare la complessa rete di relazioni che caratterizza il sistema economico energetico. MARKAL-TIMES consente di determinare la domanda generale di energia, ed in particolare di quella elettrica, utilizzando dati previsionali di lungo periodo (al 2030) e tenendo conto di ipotesi di evoluzione nel tempo di misure legislative o di vincoli di mercato. Il sistema energetico è rappresentato da tecnologie e vettori energetici. Le tecnologie che consumano o trasformano le fonti energetiche sono rappresentate attraverso i loro dati tecnici, i costi e le emissioni. I vettori energetici, elettricità, ma anche combustibili, calore, ecc. sono rappresentati attraverso costi e quantità. Input al modello sono le previsioni dell’andamento del prodotto interno lordo, dei parametri che influenzano l’evoluzione dei settori di maggior interesse (residenziale, terziario, industria, trasporti, agricoltura e pesca) e dei prezzi dei combustibili (petrolio, gas naturale, carbone, ecc.). L’industria è rappresentata tramite i sottosettori considerati nel Bilancio Energetico Nazionale: siderurgia, metalli non ferrosi, meccanica, agroalimentare, tessile e abbigliamento, materiali da costruzione, vetro e ceramica, chimica e petrolchimica, cartaria e grafica, altre manifatture. La domanda di energia elettrica tiene conto della variabilità stagionale e giornaliera dei diagrammi di carico e dei relativi fattori di picco.

Con l’obiettivo di fornire i dati necessari alla costruzione del modello sopra ricordato, questo rapporto riporta un’analisi dei settori italiani del tessile e maglieria, dell’abbigliamento e delle pelli e calzature riferita sia alla situazione attuale che alle prospettive future, fino al 2030, riguardo all’evoluzione tecnologica e dei consumi sia termici, che, soprattutto, elettrici. Secondo la classificazione ISTAT (ATECO 1991) i tre settori sono identificati nel seguente modo: – settore tessile e della maglieria (classe 17), – settore abbigliamento (classe 18), – settore della preparazione e concia del cuoio (classe 19). I 3 settori sono importanti per l’industria italiana come testimoniano i seguenti dati complessivi riferiti al 2002 [1]: – 107634 milioni di Euro di fatturato, – 19968 milioni di Euro di attivo del saldo commerciale con l’estero, – 835100 addetti, suddivisi, però, in un numero elevato di aziende di dimensioni medio-piccole, concentrate prevalentemente in Lombardia, Piemonte, Toscana e Veneto. Dal punto di vista energetico [2], [3], [4] il peso è minore, rappresentando i tre settori complessivamente quasi il 7 % dei consumi elettrici dell’intera industria italiana (circa il 3.5 % dei consumi elettrici nazionali) e circa l’1.5 % dei consumi termici italiani. Il settore più energivoro è quello tessile e della maglieria [5] che da solo copre il 78 % dei consumi elettrici (nel 2003) ed il 91 % dei consumi termici (nel 1996) dell’insieme dei tre settori. L’utilizzo dell’energia elettrica è abbastanza spinto nei settori del tessile e maglieria, dell’abbigliamento e della pelle e del cuoio con una crescita relativamente costante dei consumi negli ultimi 20/30 anni: questo fa ritenere che nel 2030 tale contributo con una crescita di oltre il 60 % rispetto ai consumi attuali possa salire all’8.4% dell’intero settore industriale (il 4 % se riferito al consumo nazionale). Dal punto di vista della distribuzione territoriale [2] si evidenzia come la Lombardia copra da sola il 37% dei consumi elettrici dell’insieme dei tre settori, mentre assieme a Piemonte (15 %), Toscana (13%) e Veneto (13 %), ne copra complessivamente quasi il 79 % dei consumi elettrici, circa l’84 % dei consumi del solo settore tessile e maglieria, quello più energivoro e che ha mostrato i maggiori incrementi di consumi nell’ultimo decennio, anche se con una flessione negli ultimi due anni. Non si prevede che vi possa essere una ridistribuzione della produzione a livello nazionale. I consumi termici sono ancora molto elevati e, soprattutto, dopo una contrazione fra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 (fino al 1983) dovuta ad una razionalizzazione dei consumi e ad interventi di risparmio energetico, si è osservata una crescita consistente, che estrapolata linearmente al 2030, fornirebbe un aumento ulteriore dei consumi termici di oltre il 60 %. Questo nonostante dall’inizio degli anni ’90 la produzione dei tre settori in esame sia abbastanza stabile o in lieve calo (negli ultimi anni). Infatti negli ultimi anni i settori in esame per fronteggiare la forte concorrenza internazionale, dovuta all’est asiatico (CINA in modo particolare) e all’est europeo (Romania soprattutto), si stanno evolvendo verso prodotti a maggior valore aggiunto. A causa di tale competizione Confindustria prevede una grossa ristrutturazione dei settori a medio termine per potersi

adattare alle nuove forme di produzione mondiale che portano a maggiori dimensioni delle imprese con caratteristiche transnazionali (produzione dove i costi sono più contenuti). Quindi è attendibile che in futuro una parte sempre maggiore della produzione di base venga effettuata all’estero col mantenimento/sviluppo in Italia della finitura/nobilitazione del prodotto oltre che ad operazioni di commercializzazione e di marchio. Pertanto non è attendibile, almeno a medio termine, un incremento della produzione, ma anzi, soprattutto sul territorio nazionale, la produzione è probabilmente destinata a calare, con un aumento, però, del valore aggiunto dei prodotti, cioè della qualità. L’incremento della nobilitazione tessile, come qualità, tipo, numero di lavorazioni e numero di cicli comporterà un aumento dei consumi energetici specifici e complessivi, che a medio/lungo termine sarà frenato dalle necessità di risparmio energetico: un ulteriore contributo all’aumento dei consumi sarà dovuto alla maggiore necessità di trattamento delle acque. E’, però, attendibile che l’incremento dei consumi termici fino al 2030 sia più contenuto di quello estrapolabile linearmente dovendosi adottare in futuro risparmi energetici, quali: – recupero di calore, – riduzioni dei quantitativi d’acqua necessari con, però, incrementi dei consumi di energia elettrica per il trattamento dell’acqua e lo smaltimento dei reflui, – riduzione dei reagenti mediante loro sostituzione e controllo, – riduzione delle temperature di lavaggio/risciacquo adottando modifiche a tali cicli con l’aggiunta anche di additivi, – miglioramenti di efficienza, ecc. Sull’andamento dei consumi elettrici peseranno maggiormente le operazioni di trattamento/riciclaggio/smaltimento di acque e reflui dei settori tessile e maglieria, dell’abbigliamento e delle pelli e calzature, e le stesse tecniche evaporative multieffetto, potrebbero essere sostituite con tecnologie più efficienti (Compressione Meccanica del Vapore e Pompa di Calore) che consumano energia elettrica. Considerando un consistente utilizzo in futuro del trattamento/smaltimento delle acque di scarico la crescita dei consumi elettrici potrebbe superare l’andamento lineare estrapolato dall’evoluzione storica precedente fino al 2030.

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