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1.2.1d-Previsione tendenziale della domanda elettrica 2010 – 2030 su base regionale ed elementi di variabilità per la costruzione di scenari alternativi

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1.2.1d-Previsione tendenziale della domanda elettrica 2010 – 2030 su base regionale ed elementi di variabilità per la costruzione di scenari alternativi

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 12:29 pm

In questo rapporto si presentano due elementi fondamentali dell’attività di sviluppo del modello TIMES multiregionale a 20 regioni del sistema elettrico nazionale: – il quadro delle ipotesi di base sullo sviluppo dei principali indicatori macroeconomici e demografici a livello regionale; – le previsioni dei consumi di energia elettrica nelle 20 regioni italiane, suddivisi per settore economico e/o uso finale dell’elettricità, nello scenario di riferimento. Si individuano inoltre alcuni elementi di variabilità delle ipotesi di base dello scenario di riferimento, che possono dar luogo a scenari alternativi dello sviluppo del sistema elettrico. Nel testo sono sintetizzati e discussi gli elementi fondamentali dello scenario di riferimento per l’evoluzione della domanda di energia elettrica in Italia, su base regionale; per tutti i dettagli si rimanda alle tavole analitiche allegate, che coprono tutto il lato domanda del modello TIMES. Il quadro degli indicatori macroeconomici e demografici a livello regionale ricalca le ipotesi tendenziali aggregate a livello nazionale presentate rapporto EDEN di cui al riferimento [1]. Si conferma per il trentennio a venire il trend lineare che il PIL nazionale ha registrato negli ultimi trent’anni; la disaggregazione territoriale è basata su ipotesi conservative di evoluzione tendenziale delle quote regionali del PIL nazionale, che storicamente mostrano andamenti regolari, pur con lievi derive in crescita per le regioni del centro-sud. Le previsioni di crescita della popolazione residente nelle regioni sono quelle dello scenario demografico di riferimento dell’ISTAT. Il numero di componenti per famiglia segue il trend storico, con un certo flesso nella seconda parte del trentennio a venire, dovuto all’approssimarsi del valore, ritenuto asintotico, di 2 persone per famiglia. L’evoluzione del numero di famiglie nelle diverse regioni italiane deriva di conseguenza. L’evoluzione tecnologica fino all’anno orizzonte esclude, in questo scenario di riferimento, cambiamenti rivoluzionari e salti netti. Il tasso di sostituzione delle apparecchiature di uso finale dell’energia elettrica è, in ciascun settore, quello storico, senza alcuna forma di accelerazione indotta da politiche di incremento dell’efficienza. Il parametro efficienza aumenta dunque, per le diverse tecnologie di uso finale, secondo le tendenze già in atto. In taluni casi, come quello importante del settore industriale, l’aumento di efficienza tecnologica che porterebbe alla riduzione dell’intensità elettrica, è più che compensato dall’aumento di penetrazione dell’energia elettrica a spese di altre commodities energetiche. L’intensità elettrica può dunque

registrare crescite nei diversi settori, a livello regionale, il che si traduce in un aumento dei consumi elettrici anche laddove si prevede una certa stagnazione economica. Il combinato disposto delle ipotesi sull’evoluzione delle tecnologie e delle domande di servizi energetici soddisfatti dall’energia elettrica a livello regionale (per i dettagli si veda il rapporto di cui al rif. [2]), guidate dai drivers macroeconomici e demografici, fornisce lo scenario di riferimento dei consumi di elettricità nelle regioni italiane nell’orizzonte del 2030. Poiché tali consumi sono calcolati, settore per settore e utilizzo per utilizzo, a partire da domande di servizi energetici assunte direttamente su base regionale, il loro totale nazionale può non essere esattamente quello presentato nel rapporto di cui al rif. [1]. Quest’ultimo si basa infatti sulle stesse ipotesi di fondo, ma non tiene conto delle peculiarità regionali che emergono dalla disaggregazione territoriale delle ipotesi stesse. Per quanto riguarda il modello TIMES, il riferimento è costituito dal presente rapporto, piuttosto che da [1]. La tabella seguente riassume le previsioni di domanda di energia elettrica in Italia per settore economico, aggregando i dati regionali. (dati in TWh) STORICO PREVISIONI 1980 1990 2000 2010 2020 2030 Residenziale 37,8 52,7 62,7 74,4 87,2 103,7 Terziario 20,6 40,0 60,2 81,9 104,9 132,2 Industria 93,9 110,8 148,2 173,3 197,7 218,2 Agricoltura 2,6 4,2 4,9 6,1 7,2 8,2 Trasporti 5,3* 6,7* 4,9 6,1 6,9 7,9 TOTALE 160.3 214.5 280,9 341,8 404,0 470,1 * Per gli anni 1980 e 1990 la voce “trasporti” include anche i consumi degli edifici del settore (illuminazione piazzali, climatizzazione uffici, etc.), che nel modello è invece inclusa nei servizi del terziario. Nel complesso, i consumi finali nazionali di elettricità passano dai 322 TWh del 2004 a 342 TWh nel 2010, a 404 TWh nel 2020, fino a 470 TWh nel 2030. Il settore terziario è senz’altro il più dinamico, come ben si comprende pensando alla “terziarizzazione” dell’economia già in atto. Nel settore industriale – dove non si prevedono rivoluzioni che potrebbero peraltro avvenire in seguito alla delocalizzazione delle industrie energivore – la dinamica di crescita dei consumi elettrici è meno forte e si concentra soprattutto nelle industrie leggere. Il settore residenziale mostra in prospettiva una dinamica di crescita che ricalca quella dei consumi nazionali complessivi. Già nel 2020 i consumi elettrici negli edifici dei settori terziario e residenziale saranno dello stesso ordine di grandezza di quelli dell’industria, per poi diventare, nel 2030, superiori di oltre 10 TWh.

La tabella seguente riassume le previsioni della domanda di energia elettrica nelle 20 regioni, nell’orizzonte temporale dell’anno 2030. (dati in GWh) 2000 2005 2010 2015 2020 2025 2030 Piemonte 25.676 27.839 30.692 33.567 36.205 38.995 41.998 V. Aosta 826 950 1.021 1.093 1.163 1.237 1.315 Lombardia 61.186 66.138 72.328 78.636 84.497 90.702 97.342 Trentino A.A 5.417 6.317 6.995 7.721 8.408 9.146 9.948 Veneto 28.546 31.176 34.360 37.651 40.693 43.926 47.412 Friuli V G 8.866 10.058 11.039 12.052 12.959 13.911 14.927 Liguria 6.391 6.883 7.600 8.347 9.129 9.959 10.879 Emilia R 23.897 27.284 30.286 33.317 36.186 39.224 42.482 Toscana 18.911 21.025 23.087 25.249 27.171 29.172 31.297 Umbria 5.448 5.698 6.160 6.630 7.069 7.526 8.007 Marche 6.531 7.447 8.278 9.131 9.937 10.800 11.729 Lazio 19.356 21.860 24.322 26.990 29.722 32.702 35.982 Abruzzo 6.168 6.910 7.645 8.404 9.081 9.793 10.547 Molise 1.278 1.528 1.706 1.885 2.059 2.241 2.439 Campania 13.776 15.671 17.322 19.024 20.679 22.443 24.360 Puglia 15.265 16.372 17.868 19.362 20.806 22.305 23.917 Basilicata 2.367 2.720 3.031 3.332 3.626 3.934 4.268 Calabria 4.320 4.866 5.443 6.063 6.708 7.403 8.170 Sicilia 16.313 18.266 20.243 22.168 23.882 25.623 27.471 Sardegna 10.345 11.445 12.351 13.256 14.024 14.814 15.661 ITALIA 280.884 310.454 341.777 373.875 404.004 435.856 470.149 La Lombardia resta la prima regione d’Italia per consumo di energia elettrica, con una quota in leggera diminuzione dal 2005 (21,3%) al 2030 (20,7%), comunque superiore ad un quinto dei consumi nazionali complessivi. L’unica altra regione italiana con una quota a due cifre è il Veneto, che nel trentennio a venire continua a rappresentare un decimo del fabbisogno nazionale. Il Piemonte e l’Emilia Romagna hanno quote intorno al 9%, la seconda in deriva positiva dal 2000 al 2030. Il Trentino, il Lazio, il Molise e la Calabria fanno segnare le dinamiche più marcate dal 2005 al 2030, poco sopra al 2% medio annuo nel periodo, rispetto all’1,7% medio nazionale. Le uniche altre regioni che segnano tassi medi annui di crescita superiori, nello stesso periodo, a quello medio nazionale sono: Trentino Alto Adige, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Campania e Basilicata. A livello di grandi aree geografiche, il Nord continua ad assorbire poco meno del 57% dei consumi elettrici nazionali, in leggera deriva negativa e con tassi medi annui di crescita allineati a quello medio nazionale; il Centro registra la maggiore dinamica, passando da una quota del 20,8% ad una quota del 21,3%; il Sud e le Isole registrano pure una leggerissima deriva negativa nelle quote di consumo, che si conservano di poco superiori al 22%. Pro-capite, i consumi elettrici nazionali passano da 5,3 MWh/anno/abitante nel 2005 a 8,2 MWh/anno/abitante nel 2030, poco meno di quello che oggi è il massimo a livello regionale ( Friuli Venezia Giulia). Tutte le regioni del Nord superano i 10 MWh/anno/abitante nel 2030, tranne la Liguria, che tuttavia mostra la dinamica dei consumi pro-capite più vivace d’Italia (2,5% medio annuo dal 2005 al 2030); il Centro si attesta nello stesso anno a circa 8 MWh/anno/abitante, il Sud e le Isole a 6,5 MWh/anno/abitante.

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