Il sistema energetico si sta ponendo obiettivi assai ambiziosi di decarbonizzazione, necessari a livello globale, raggiungibili solo attraverso l’integrazione dei vettori e dei sistemi energetici, come strumenti di flessibilità per poter incrementare il ricorso a fonti rinnovabili non programmabili. Da questa esigenza, infatti, deriva la necessità di implementare sistemi di trasformazione dell’energia elettrica in altre forme di energia e di accumulo in altri vettori energetici, da poter utilizzare e riconvertire in un’ottica di crescente flessibilità. Mentre è già sperimentata anche in Italia l’immissione di idrogeno direttamente nella rete gas, la tecnologia di accumulo geologico dell’idrogeno (H2), invece, si può considerare ancora poco conosciuta. Infatti, pur essendo il settore upstream uno dei punti cardine e più quotati della realtà industriale italiana, la conoscenza delle caratteristiche geologiche dei giacimenti oil&gas in Italia è limitata da vincoli di riservatezza dei dati. Inoltre non si può ancora definire come ben noto il comportamento del sistema sotterraneo rispetto all’iniezioni di fluidi differenti dagli idrocarburi o eventualmente dall’anidride carbonica (CO2). L’idrogeno ha un diagramma di stato molto diverso rispetto agli idrocarburi tradizionali e alla CO2 e questi aspetti devono essere accuratamente studiati e verificati. Per i suddetti motivi, dunque, uno studio mirato a valutare gli effetti di uno stoccaggio di GN (gas naturale) e H2 nel sottosuolo è indispensabile, dato che queste miscele già iniettate in infrastrutture legate alla rete gas potrebbero essere stoccate nei giacimenti, a completamento della capacità di stoccaggio in rete.

L’attività nel suo complesso si prefigge l’obiettivo di verificare, in funzione delle caratteristiche chimico-fisiche dell’idrogeno, la possibilità di accumulare l’idrogeno puro o in miscela con gas naturale all’interno di giacimenti profondi, procedendo con stime analitiche sulle volumetrie e sulle pressioni in gioco. Accurate analisi numeriche di tipo fluidodinamico svolte con le suite modellistiche disponibili consentiranno, nel corso del Triennio di Ricerca, di valutare la fattibilità del processo industriale di stoccaggio e valutare le eventuali fughe dell’idrogeno lungo fratture e rocce con funzione di caprock.

La prima parte del Triennio viene riservata per lo più ad una ricognizione analitica sui diversi aspetti di interesse: stato dell’arte che descriva la posizione del sistema Nazionale nel più ampio contesto globale ed europeo, peculiarità chimico-fisiche del gas idrogeno ai fini di valutare la sicurezza di eventuali stoccaggi e panoramica generale sui diversi giacimenti già investigati per altre finalità, ma per i quali si dispone di una caratterizzazione del sistema caprock-reservoir con lo scopo di descriverne la potenziale idoneità ad ospitare uno stoccaggio di idrogeno. Tale linea di attività è complessivamente volta a fornire al Progetto un contributo al necessario allineamento delle attività nazionali rispetto a quanto si sta facendo a livello globale/europeo nell’ottica di un’economia potenzialmente basata sull’utilizzo dell’idrogeno ad ampia scala.