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2.1.5a-Analisi diagnostica globale statica di dighe murarie con effetti termici

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2.1.5a-Analisi diagnostica globale statica di dighe murarie con effetti termici

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 12:21 pm

L’attività illustrata nel presente rapporto si inquadra in una tematica di ricerca sviluppata in collaborazione con il Politecnico di Milano sulla diagnostica del danneggiamento nelle dighe murarie (in calcestruzzo .o in muratura di pietrame e malta). Le indagini di tipo diagnostico globale possono essere condotte facendo riferimento ad una opportuna elaborazione dei risultati ottenuti mediante prove di carico di tipo statico, quali quelle relative alle variazioni del livello d’invaso nel bacino. Tale variazione, tuttavia, può essere realizzata in tempi rapidi solo per invasi particolarmente modesti (situazione alquanto rara nella realtà) e, di conseguenza, la risposta strutturale (in genere spostamenti e rotazioni misurati in particolari punti dell’opera) risulta inevitabilmente influenzata dalle condizioni termiche ambientali. Ciò comporta l’esplicito inserimento degli effetti termici nel modello interpretativo adottato nelle analisi diagnostiche. Nel rapporto tali effetti vengono trattati formulando le equazioni del campo termico stazionario periodico (e quindi senza fare riferimento alla costosa, dal punto di vista computazionale, analisi del transitorio mediante metodi di integrazione di tipo passo-passo). La metodologia identificativa a fini diagnostici è stata applicata al caso reale della diga di Piantelessio, una grande diga ad arco-gravità di proprietà dell’AEM di Torino che ha cortesemente messo a disposizione dell’attività di ricerca i dati relativi alle caratteristiche dei materiali e al comportamento strutturale dell’opera. Le analisi sono state condotte ipotizzando che nella diga vi siano zone con moduli elastici differenti (attribuibili, in linea teorica, a zone con diversi gradi di danneggiamento). Per l’applicazione dei metodi di analisi inversa è stato ricostruito un set di dati pseudo-sperimentali ipotizzando che gli spostamenti siano forniti da un sistema radar (SAR – Synthetic Aperture Radar) basato a terra. Il tradizionale monitoraggio realizzato con collimatori e pendoli può quindi essere integrato vantaggiosamente, o addirittura sostituito, con misure di tipo radar opportunamente inserite in una metodologia di calcolo basata sull’analisi inversa.

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