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2.2.4-Analisi dell¿impatto di normative ambientali più restrittive delle attuali per metalli pesanti e VOC sulla gestione dei sistemi di trattamento effluenti gassosi degli impianti termoelettrici di generazione.

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2.2.4-Analisi dell¿impatto di normative ambientali più restrittive delle attuali per metalli pesanti e VOC sulla gestione dei sistemi di trattamento effluenti gassosi degli impianti termoelettrici di generazione.

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 12:25 pm

In un precedente rapporto RdS CESI prot. A5053329 “Analisi dell’impatto di normative ambientali più restrittive delle attuali per NOx, SOx e polveri, sulla gestione dei sistemi di trattamento effluenti gassosi degli impianti termoelettrici di generazione.", è stato trattato il problema dell’impatto di normative ambientali più restrittive delle attuali sulle emissioni di NOx, SOx e polveri, negli impianti termoelettrici di generazione; nel presente rapporto un’analoga indagine è rivolta ai composti organici volatili (VOC), ovvero a quei composti del carbonio, eccetto CO, CO 2 e altri composti di minore entità, che precipitano nelle reazioni chimiche che avvengono in atmosfera, e ai cosiddetti “metalli pesanti” che, per l’elevata tossicità, hanno pesanti ricadute sulla salute umana: mercurio, cadmio, arsenico, cromo e piombo. A questi si è aggiunto il selenio che, pur essendo essenziale per il metabolismo del corpo umano, tuttavia, a concentrazioni più alte, può portare ad avvelenamento e, nella classifica delle volatilità, dopo il mercurio che si distingue su tutti gli elementi in traccia per la sua spiccata tendenza a vaporizzare, è il metallo pesante che mostra un comportamento analogo. Stimati i fattori di emissione in funzione della tipologia di impianto e delle caratteristiche chimico-fisiche del combustibile, sono stati passati in rassegna i principali sistemi di abbattimento. Per quanto riguarda i VOC, anche se la tecnologia mette a disposizione numerose tecniche di abbattimento, tra cui l’assorbimento su carboni attivi e in torri di lavaggio che sarebbero applicabili negli impianti termoelettrici, è apparso chiaro che gli eventuali benefici in termini di riduzione della massa di tali composti presente in atmosfera su scala globale e locale sarebbe trascurabile, dato che il contributo degli impianti termoelettrici è stimato in qualche per cento delle emissioni totali puntuali, mobili o diffuse. Un discorso analogo vale per le diossine, per le quali il contributo delle centrali termoelettriche alle emissioni globali in atmosfera non raggiunge l’ 1%. Per quanto riguarda i metalli pesanti si è potuto accertare come una riduzione nelle emissioni di particolato si possa tradurre in una generale riduzione di emissione di metalli pesanti in tracce; riduzione più sensibile per gli elementi a minor volatilità che presentano fattori di arricchimento più elevati nelle ceneri leggere. Per questo motivo si ritiene percorribile un inasprimento della normativa sulle emissioni di particolato che abbassi l’attuale limite da 50 a valori inferiori a 20 mg/m 3 dato che è tecnicamente possibile e può già essere realizzato negli impianti alimentati a carbone e dotati di FGD. La realizzazione di impianti FGD anche sugli impianti alimentati a olio combustibile consentirebbe di ridurre significativamente le emissioni di arsenico e cadmio, che competono con quelle delle centrali a carbone. Un discorso a parte va fatto per il mercurio. I sistemi di captazione del mercurio in fase vapore presentano ancora margini di miglioramento. Il valore di soglia relativo alle emissioni totali annue di mercurio (10 kg) oltre il quale scatta l’obbligo della dichiarazione annuale, corrisponde al limite inferiore dell’intervallo di

variazione relativo alle emissioni di impianti termoelettrici USA funzionanti a carbone, calcolato sulla base di dati provenienti dal censimento EPA e quindi risulta idoneo a “segnalare” gli impianti per i quali si potrebbero ottenere ulteriori riduzioni delle emissioni. Il valore limite di concentrazione al camino imposto dalla legislazione italiana (0.05 mg/m3) determina invece un limite di emissione annua che, per un impianto termolettrico di taglia medio grande, è 10 volte maggiore dell’estremo superiore del censimento EPA e quindi potrebbe essere rivisto o quantomeno gli potrebbe essere associato un tetto di emissione annua.

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