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2.6.2.2b-Prove sull’impianto pilota di ultrafiltrazione per valutare la possibilità di recupero delle acque oleose.

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2.6.2.2b-Prove sull’impianto pilota di ultrafiltrazione per valutare la possibilità di recupero delle acque oleose.

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 12:35 pm

Le prove pilota condotte nell’ambito delle due precedenti milestone hanno evidenziato che la nanofiltrazione è una tecnologia molto efficace nella disoleazione di varie tipologie di acque reflue di centrali termoelettriche ma può manifestare, a causa di fenomeni di fouling, un rapido decadimento delle prestazioni quando le correnti da trattare contengono oli in emulsione. In considerazione dell’evoluzione dei sistemi di trattamento delle acque reflue nelle future centrali a carbone verso l’obbiettivo di assicurare il riutilizzo interno di acque reflue trattate, ivi comprese le condense oleose del ciclo termico, è parso necessario verificare la possibilità di affiancare o di sostituire alla nanofiltrazione un’altra tecnologia di filtrazione a membrana meno soggetta allo sporcamento da parte degli oli in emulsione. La recente introduzione sul mercato di nuove membrane di ultrafiltrazione particolarmente indicate nel trattamento delle emulsioni oleose ha fornito l’occasione e l’opportunità pratica di svolgere una sperimentazione pilota finalizzata a 1) verificare l’efficacia della ultrafiltrazione a membrana nella disoleazione delle condense oleose del ciclo termico e dell’effluente delle vasche di trattamento tipo API, 2) individuare condizioni ottimali di impiego delle membrane specificando pressione operativa e frequenza/modalità dei lavaggi di ripristino delle caratteristiche delle membrane 3) acquisire gli elementi per la valutazione degli aspetti economici del processo. I risultati delle prove, svolte presso la Centrale di La Spezia utilizzando il modulo pilota realizzato nell’ambito della prima milestone, indicano che il processo di ultrafiltrazione delle condense oleose del ciclo termico può essere condotto ad una pressione nell’intorno di 1,5-2 bar con soddisfacente fattore di recupero ed elevata reiezione degli oli. L’acqua in uscita dal trattamento può essere alimentata ad uno stadio finale di demineralizzazione a scambio ionico o a osmosi inversa per la produzione di acqua demi. Il sistema è stato esercito per 670 ore consecutive ad una concentrazione media di 7 mg/l di olio, ma con punte fino a 16 mg/l verificando una perdita di permeazione del 50% rispetto al valore iniziale. L’effettuazione di un lavaggio con una soluzione di soda all’1% ha consentito di ripristinare il 75% della permeazione iniziale della membrana avendo rimosso il 50% dell’olio di cui si è stimata la deposizione sulla membrana. L’adozione di una procedura più incisiva di lavaggio delle membrane, ricorrendo anche all’impiego di detergenti, potrebbe consentire di ripristinare la quasi totalità della capacità di permeazione. L’ultrafiltrazione si è dimostrata inefficace nella rimozione delle sostanze organiche presenti nell’effluente dell’impianto di trattamento acque reflue, linea oleosa, della Centrale di La Spezia. Il trattamento di tali correnti finalizzato al recupero di acqua industriale di processo per impieghi pregiati quali ad esempio il

reintegro degli assorbitori dei desolforatori potrebbe essere realizzato con l’abbinamento in serie della ultrafiltrazione e della nanofiltrazione.

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