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rapporti - Deliverable

3.2.3b-Applicazione della metodologia AQEM al nodo Po-Lambro

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3.2.3b-Applicazione della metodologia AQEM al nodo Po-Lambro

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 12:26 pm

Nel periodo 2004-2005 è stata effettuata, in collaborazione con CNR – IRSA, la sperimentazione del metodo AQEM (Integrated Assessment System for the Ecological Quality of Streams and Rivers throughout Europe using Benthic Macroinvertebrates) al nodo Po-Lambro. La sperimentazione è stata effettuata considerando, come indicatori di riferimento gli indici IBE (Indice Biotico Esteso), AQEM e IFF (Indice di Funzionalità Fluviale) . Questi tre indici si rivolgono ad orizzonti ambientali diversi; i primi due (IBE, AQEM) si focalizzano strettamente sull’ambiente acquatico, mentre il terzo (IFF) prende in considerazione una visione più olistica dell’insieme fiume e ambiente terrestre contiguo. Il confronto tra le risposte di questi tre indicatori (IBE, AQEM, IFF) risulta importante per una descrizione globale dello stato di salute e dei trend di un ecosistema fluviale e per la messa a punto di procedure di diagnostica e intervento ambientale anche mirate all’ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa idrica. Nel periodo maggio 2004 – settembre 2005, sono state effettuate 6 campagne sperimentali per il campionamento del macrobenthos necessario per la determinazione dell’IBE e di AQEM mentre nel periodo luglio-settembre 2005 sono stai condotti i rilievi sperimentali per la determinazione dell’IFF. Inoltre, presso ogni stazione inclusa nello studio, con cadenza mensile sono stati prelevati campioni d’acqua per effettuare la determinazione di una serie di parametri fisici, chimici e microbiologici. Il confronto dei giudizi finali derivati dagli indicatori applicati al nodo Lambro-Po nel periodo 2004/2005 è sono riportati nel seguito: STAZIONI INDICI Casella Gabbiane S.Colombano Corte S.Andrea Somaglia S.Rocco Isola Serafini AQEM IV III V III III III IV IBE IV IV V IV IV IV V IFF III-III III-III IV-IV III-III III-III III-II/III II/III-III • L’analisi di qualità chimico-fisica di sette stazioni nel nodo Po-Lambro ha consentito di descrivere in modo chiaro i trend spaziali di qualità dell’acqua, a loro volta ben correlati con alcuni indicatori biologici (i.e. metriche del modulo AQEM). • L’applicazione dell’indice IFF ha consentito di confermare in termini generali lo stato di qualità dei diversi siti studiati, pur non fornendo informazioni di particolare interesse.

• L’IBE e il modulo AQEM hanno fornito classificazioni di qualità leggermente diverse; in particolare, il modulo AQEM ha permesso di differenziare maggiormente i siti tra loro rispetto all’IBE. • I giudizi espressi mediante l’IBE sembrano fin troppo restrittivi; ciò sembra poter essere almeno in parte una conseguenza della variabilità intrinseca del metodo, che appare elevata. • In termini generali, la qualità delle acque del Fiume Po e del Lambro nel tratto studiato sono apparse gravemente compromesse. • Solo in pochi casi è stato raggiunta una seconda classe di qualità, e solo per alcuni indicatori. • La qualità delle acque del nodo sembra essere peggiorata rispetto a quella riscontrata qualche anno fa (1996-7) con tecniche ed approccio di studio analoghi. • Il recupero di qualità chimico-fisica dell’acqua osservabile tra l’immissione del Lambro nel Po (Corte S. Andrea) e S. Rocco/Isola Serafini (valle Piacenza), seppur importante, non consente il completo ristabilirsi delle condizioni di qualità biologica rinvenute a monte dell’immissione del Lambro. • Le variazioni climatiche in atto, anche in seguito alle quali si sono osservate durante l’estate 2005 condizioni limitanti per alcuni taxa bentonici nel Fiume Po, potranno essere un’importante concausa nel determinare l’impoverimento delle biocenosi acquatiche del Po. • Sembra necessario sollecitare una maggiore attenzione da parte degli Enti preposti al controllo e alla gestione dei fiumi Po e Lambro al fine di poter prevenire un ulteriore peggioramento delle condizioni di qualità del Fiume Po nel tratto studiato. A ciò, infatti, potrebbe seguire un impoverimento delle biocenosi acquatiche senza precedenti, da cui le comunità biologiche potrebbero riprendersi solo in modo parziale e in tempi relativamente lunghi.

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