Nell’ambito del Work Package IDROCON è stato svolta un’attività sperimentale incentrata sulla valutazione del ruolo dei bacini idroelettrici come sorgenti di metano. La generazione idroelettrica può essere considerata una forma di produzione a emissione nulla in termini di bilancio di CO 2 , ma questo non vale se in caso di ossidazione incompleta carbonio, esso raggiunge l’atmosfera sotto forma di metano. Negli ultimi dieci anni, numerosi studi, condotti principalmente nel continente americano, hanno dimostrato che i laghi costituiscono una sorgente importante di gas climalteranti. Nell’ambito di questa ricerca è stato considerato un insieme di 8 invasi artificiali a diverso grado di deficit di ossigeno, nei quali sono stati eseguiti campionamenti replicati per la valutazione dei flussi di metano all’interfaccia acqua-aria. In 4 occasioni è stato possibile campionare gas per le determinazioni di laboratorio e i flussi calcolati sono paragonabili a quelli rilevati in ambienti considerati fortemente emissivi. In particolare è stato stimato che il lago di Corbara possa emettere in atmosfera un quantitativo di metano pari a 8.8 t/giorno. Nelle altre occasioni, il mancato rilevamento di emissione potrebbe essere un artefatto della metodologia di campionamento utilizzata, idonea in situazioni di intensa produzione. E’ stato inoltre rilevato che negli invasi più piccoli la discontinuità degli emungimenti di acqua si riflette in una notevole variabilità dei flussi di metano. Dai risultati ottenuti si è potuto rimarcare che la possibilità che si verifichino flussi consistenti di CH 4 verso l’atmosfera richiede condizioni anossiche stabili delle acque di fondo. In questo senso la gestione artificiale di un lago, che comporta prelievi d’acqua sub-superficiali, può giocare un ruolo positivo riducendo la frequenza o la durata delle condizioni di anossia della massa d’acqua.