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4.4.3-Valutazione dell’inquinamento atmosferico su scala nazionale.Caso base ed analisi di scenario

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4.4.3-Valutazione dell’inquinamento atmosferico su scala nazionale.Caso base ed analisi di scenario

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 12:28 pm

L’attività di modellistica condotta nell’ambito del progetto SCENARI (sp EVAMB – wp 4) è finalizzata alla valutazione delle principali problematiche di inquinamento atmosferico su scala nazionale che a tutt’oggi producono effetti negativi sulla qualità dell’aria e sugli ecosistemi, come acidificazione, eutrofizzazione, ozono troposferico e particolato fine ed in misura preliminare anche sul problema dei metalli pesanti. La valutazione modellistica delle problematiche evidenziate richiede lo sviluppo di una complessa struttura di modelli e basi di dati, in grado di riprodurre in modo quantitativo i diversi processi chimico-fisici a cui sono soggetti gli inquinanti in atmosfera. Nell’ambito di questo studio è stato utilizzato il modello di chimica e trasporto CAMx che costituisce uno degli strumenti più evoluti ed adeguati per lo studio delle problematiche dell’inquinamento su scala nazionale. Accanto al codice di chimica e trasporto è stato implementato il modello meteorologico RAMS che permette di ricostruire in modo completo la complessa struttura di informazioni meteorologiche necessarie per applicare CAMx. Il sistema modellistico, così definito, è stato quindi applicato al territorio italiano per l’intero anno di riferimento. Gli obiettivi principali delle simulazioni effettuate erano: ricostruire l’evoluzione dell’inquinamento atmosferico per l’anno base 1999; analizzare il ruolo di alcuni comparti emissivi, tra cui il settore elettrico, o di alcune aree territoriali sui livelli complessivi di inquinamento. Grazie all’applicazione del modello è stato possibile costruire un’accurata mappatura della distribuzione della concentrazione di fondo dei principali inquinanti primari e, soprattutto, secondari. I risultati ottenuti hanno confermato la notevole criticità della pianura padana, dove si concentrano gli episodi più critici di ozono e dove si osservano concentrazioni medie annuali di PM10 superiori a 20 [µg/m 3 ]. Quest’ultimo è risultato costituito in larga parte da composti secondari, prodotti dalla trasformazione dei precursori gassosi. Tra i composti secondari, il nitrato ha evidenziato le concentrazioni più elevate in particolare in pianura padana, dove supera i 10 [µg/m 3 ] come media annuale. Il confronto con le misure ha permesso di valutare in modo più oggettivo l’affidabilità e la correttezza dei risultati ottenuti dal modello. L’analisi condotta ha confermato l’eccellente capacità del modello di ricostruire l’evoluzione della concentrazione di ozono; la ricostruzione della distribuzione delle concentrazioni di PM10 è stata altrettanto soddisfacente, anche se i risultati ottenuti hanno evidenziato una maggiore incertezza. Un ulteriore importante conferma della validità dello studio è venuta dal positivo confronto con i risultati del modello CHIMERE, che è un codice che da diversi anni viene applicato nel contesto europeo. Infine, grazie alla notevole flessibilità del sistema modellistico, è stato possibile effettuare un’interessante analisi quantitativa sul ruolo di alcuni comparti emissivi nello sviluppo delle concentrazioni degli inquinanti. I risultati ottenuti hanno messo in luce, in primo luogo, che il ruolo del sistema elettrico sui livelli di

inquinamento atmosferico su scala nazionale è molto contenuto. In particolare si è osservata una sostanziale ininfluenza sulle concentrazioni ozono, mentre il contributo all’inquinamento da polveri sottili si attesta attorno al 5-7% su base annua, dovuto principalmente al solfato, il cui precursore, come noto, è emesso principalmente dal settore elettrico. A differenza del settore elettrico, i trasporti hanno confermato di giocare un ruolo chiave nello sviluppo dell’inquinamento atmosferico. Le emissioni da traffico e da attività navale hanno un peso molto significativo rispetto all’intero sistema antropico sia sull’ozono che sul PM10. L’analisi del ruolo della Lombardia ha messo in luce che le emissioni regionali influenzano in modo minore l’ozono, inquinante di bacino, mentre contribuiscono in modo determinante alle concentrazioni di PM10 all’interno dei propri confini. Allo stesso modo le emissioni della Lombardia sono in grado di influenzare anche le concentrazioni delle regioni limitrofe, in particolare quelle della frazione secondaria del particolato. E’ importante ricordare che l’analisi effettuata, basata sulla tecnica di rimozione delle emissioni oggetto dell’indagine (zero-out modelling), non può essere considerato un vero e proprio apporzionamento delle sorgenti, quanto, più correttamente un’analisi di sensitività del sistema. I risultati ottenuti forniscono, comunque, una serie di indicazioni molto interessanti ed intelligibili del ruolo dei settori esaminati.

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