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4.4.4-Estensione del sistema modellistico allo studio dell’inquinamento atmosferico da metalli pesanti sul territorio italiano

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4.4.4-Estensione del sistema modellistico allo studio dell’inquinamento atmosferico da metalli pesanti sul territorio italiano

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 12:23 pm

I metalli pesanti sono dei naturali costituenti della crosta terrestre, caratterizzati da un ciclo biochimico che coinvolge i diversi comparti naturali. A causa dell’intensa attività antropica il naturale equilibrio del ciclo è stato alterato favorendo l’accumulo dei metalli pesanti sia nell’atmosfera che nei principali ambienti marini e terrestri, dove possono dare luogo ad effetti negativi sia sulla popolazione che sugli ambienti naturali. I principali metalli pesanti che si possono riscontrare nelle atmosfere inquinate sono: arsenico, berillio, cadmio, cromo, mercurio, piombo, nichel e zinco. Tutti i composti sono presenti in forma particellare ad eccezione del mercurio che è altamente volatile e quindi presenta concentrazioni significative in fase gassosa. Le principali sorgenti di emissione sono costituite dai processi industriali, dalle attività minerarie, dai processi di combustione (ad es. del carbone per quanto concerne il mercurio), ma anche dai trasporti. I metalli pesanti sono dei composti sostanzialmente stabili e quindi possono essere trasportati anche a lunghe distanze rispetto al punto d’emissione. Nel corso degli anni la problematica dell’inquinamento atmosferico da metalli pesanti ha assunto una rilevanza crescente ed una connotazione sempre più chiara come problema di carattere transfrontaliero. Poiché la problematica dei metalli pesanti riveste, come detto, una notevole rilevanza a livello nazionale e transfrontaliero, coinvolgendo in modo significativo anche il settore elettrico (si pensi ad esempio all’utilizzo del carbone per produrre energia elettrica), si è deciso di estendere anche a questi ultimi le attività di modellistica su scala nazionale previste all’interno del Work Package. Tale attività rappresenta per CESI la prima applicazione di tipo modellistico e quindi ha fornito solo alcune valutazioni preliminari sulla problematica dei metalli pesanti. Per quanto concerne la stima delle emissioni si è proceduto ad un’estensione della metodologia già utilizzata per i macroinquinanti. Ciò ha permesso, in primo luogo, di ripartire su base comunale le emissioni provinciali APAT e successivamente di integrare la procedura di ricostruzione delle emissioni per il modello CAMx. La stima su base comunale delle emissioni ha riguardato tutti i principali metalli per cui erano disponibili i dati, mentre la definizione dell’input per il modello è stata limitata alle sole emissioni di mercurio. Contestualmente all’estensione alle emissioni ai metalli pesanti si è proceduto alla revisione del processore per i macroinquinanti, messo a punto in una fase precedente del progetto; l’estensione ha riguardato in particolare la stima delle emissioni biogeniche. Analogamente al processore delle emissioni, anche l’applicazione del codice CAMx è stata circoscritta al solo mercurio, che costituisce, comunque, un problema di grande rilevanza e a differenza degli altri metalli che sono sostanzialmente inerti, è soggetto ad un complesso processo di trasformazioni chimiche. Un’ulteriore motivazione risiede nel fatto che le centrali termoelettriche, in particolare quelle a carbone, contribuiscono in modo significativo alle emissioni di mercurio in atmosfera. Successivamente all’estensione del processore delle emissioni si è proceduto

all’implementazione all’interno della catena modellistica della versione di CAMx che contempla la trattazione chimica del mercurio. Una volta messa a punto la catena sono state effettuate delle simulazioni preliminari, relative ai mesi di gennaio e giugno, che hanno fornito un positivo riscontro della funzionalità del sistema modellistico. A partire dai risultati ottenuti si potrà quindi procedere ad un ulteriore consolidamento della trattazione del mercurio e degli altri metalli, che dovrebbe riguardare, in primo luogo, una verifica delle prestazioni del modello con eventuali evidenze sperimentali. Un ulteriore passaggio potrebbe riguardare la definizione delle condizioni al contorno, ora basate su valori di letteratura, che potrebbero essere ricavate a partire da modelli di scala continentale, analogamente a quanto già sperimentato per i macronquinanti. L’attività svolta fino ad ora ha quindi permesso di concludere in modo consistente il tentativo di integrazione ed estensione del sistema modellistico, che si presenta ora come uno strumento decisamente completo, in grado di fornire un supporto omogeneo ed integrato per lo studio dell’inquinamento atmosferico primario e secondario su scala nazionale.

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