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rapporti - Deliverable

5.1.6.1-Messa a punto dei criteri e dei metodi di prova per le interfacce tra i sistemi fotovoltaici e la rete elettrica

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5.1.6.1-Messa a punto dei criteri e dei metodi di prova per le interfacce tra i sistemi fotovoltaici e la rete elettrica

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 12:47 pm

In Italia l’allacciamento degli impianti fotovoltaici alla rete pubblica è trattato dalla norma CEI 11-20 e dalla norma armonizzata CEI EN 61727. La prima di queste si riferisce, in modo più generale, all’allacciamento dei generatori rotanti e statici alle reti di I e II categoria, mentre la seconda, derivata da un analogo documento IEC, fornisce invece delle indicazioni piuttosto generiche in merito alle misure da adottare e pertanto non risulta essere di particolare utilità nella scelta e nel dimensionamento delle protezioni. Le protezioni inserite a valle degli impianti fotovoltaici hanno lo scopo di salvaguardare gli impianti stessi a fronte di possibili perturbazioni che si dovessero manifestare nella rete e, allo stesso tempo, di salvaguardare la rete da eventuali guasti o funzionamenti anomali che si dovessero verificare nei sistemi di generazione. A tale fine, la norma CEI 11-20 prescrive tre livelli di protezione: − Dispositivo del generatore − Dispositivo di interfaccia − Dispositivo generale Tra questi, il dispositivo di interfaccia costituisce un componente specifico per i generatori allacciati alla rete elettrica. La capacità di intervento di tale dispositivo è considerata particolarmente importante dalle società elettriche, per non aggravare le condizioni di malfunzionamento o di disservizio che dovessero verificarsi e consentire, in completa sicurezza, le necessarie operazioni di manutenzione. Riguardo alle regolamentazioni emesse dalle società elettriche sull’argomento, il punto di riferimento maggiore è costituito dal documento Enel DK 5950, in quanto, attualmente, la quasi totalità degli allacciamenti di impianti fotovoltaici alla rete (ossia quelli sotto i 20 kW) viene effettuata sulla base dei criteri in esso contenuti. Tale documento stabilisce tra l’altro che il cliente produttore ha l’obbligo di mantenere efficiente il dispositivo di interfaccia e di verificare periodicamente le soglie di intervento. Tuttavia, quando i dispositivi di protezione sono contenuti all’interno dell’inverter, cosa che accade sempre più frequentemente, le verifiche diventano pressoché impossibili in quanto i relativi circuiti non sono distinguibili e separabili dalle altre parti elettroniche. E’ stata quindi individuata una idonea apparecchiatura di test, la quale risulta essere costituita da un generatore sinusoidale con tensione e frequenza variabili a cui è collegato un carico variabile di tipo essenzialmente resistivo. L’apparecchiatura deve quindi essere collegata in parallelo al convertitore dell’impianto fotovoltaico che si intende provare. Tipicamente, le prove consisteranno nel far variare con continuità la tensione e la frequenza del generatore fino a determinare l’intervento delle protezioni di interfaccia. Essendo tali valori limite in numero di quattro (minima

frequenza, massima frequenza, minima tensione e massima tensione), un test completo sarà composto come minimo da quattro prove.

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