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5.3.1-Decommissioning di impianti di produzione di energia elettrica: linee guida sul riciclo del calcestruzzo di opere massive come aggregati per il confezionamento di nuovi calcestruzzi strutturali

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5.3.1-Decommissioning di impianti di produzione di energia elettrica: linee guida sul riciclo del calcestruzzo di opere massive come aggregati per il confezionamento di nuovi calcestruzzi strutturali

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 12:45 pm

La ricerca sul riutilizzo dei rifiuti da costruzione e demolizione (C & D) come aggregati per il confezionamento di nuovi calcestruzzi strutturali si è posta l’obiettivo di formulare delle linee guida per il riciclo del calcestruzzo con particolare riferimento ai conglomerati cementizi di opere massive, cioè ai materiali provenienti dal decommisioning di impianti di produzione di energia elettrica. In linea generale il riutilizzo dei materiali da costruzione derivanti dal decommissing di dighe potrebbe risultare una pratica particolarmente vantaggiosa in quanto si disporrebbe di notevoli quantitativi di conglomerato cementizio con qualità costante e privo in generale di sostanze contaminanti. Pertanto il riutilizzo di questi materiali avrebbe il vantaggio di una possibilità di riutilizzo immediata, riducendo al minimo le operazioni di trattamento del materiale frantumato, e consentirebbe un minore ricorso alla sabbia naturale che, in tutti i paesi, presenta pesanti ripercussioni ambientali, sia che si tratti di prelievi nei corsi d’acqua o sulle coste che di estrazioni in cava. La presente ricerca si inserisce in un programma sperimentale, intrapreso gli scorsi anni, realizzato con l’obiettivo di valutare le caratteristiche degli aggregati riciclati e quelle dei calcestruzzi con essi confezionati, in termini di caratteristiche reologiche, fisiche, meccanico-deformative e di durabilità. Partendo dall’esperienza acquisita nell’ambito delle fasi precedenti della ricerca sono stati individuati dei criteri per il reimpiego del calcestruzzo o della muratura di una diga in relazione alle classi di qualità del conglomerato cementizio originario e del nuovo calcestruzzo da confezionare. I materiali (calcestruzzi e murature) adoperati per la costruzione delle dighe sono generalmente caratterizzati da aggregati di dimensioni molto grandi, da bassi contenuti di cemento e da alti rapporti a/c. Le grandi dimensioni degli aggregati costituiscono un aspetto positivo ai fini del riutilizzo del materiale in quanto favoriscono la presenza nell’aggregato riciclato di materiale lapideo “pulito”, cioè senza malta di ricopertura, responsabile principale del calo prestazionale che si riscontra nel passaggio dai conglomerati realizzati con aggregati naturali a quelli con aggregati da riciclo. Tuttavia i bassi dosaggi di cemento e gli elevati rapporti acqua/cemento (a/c) del conglomerato cementizio costituiscono un aspetto negativo, essendo connessi a modeste prestazioni meccaniche della malta. La ricerca ha previsto una parte sperimentale in cui si è proceduto all’approfondimento della tematica operando attraverso la caratterizzazione degli aggregati ottenibili per frantumazione dei materiali da diga (calcestruzzi e murature) e alla definizione delle modalità del loro impiego (mix design) nella confezione di nuovi calcestruzzi strutturali, in grado di soddisfare alle diverse richieste fisico-meccaniche e di durabilità previste dalle attuali norme Europee sui calcestruzzi. In questa fase della sperimentazione è stata affrontata anche la problematica della reazione alcali-aggregato connessa agli aggregati da riciclo. Parallelamente è

stata esaminato anche l’attuale quadro legislativo e normativo nazionale, comunitario ed internazionale in materia di rifiuti da costruzione, con particolare attenzione sia alla produzione degli aggregati riciclati che al loro impiego nei calcestruzzi. I risultati delle prove sperimentali hanno mostrato che, partendo dal calcestruzzo o dalla muratura di vecchie dighe, l’impiego di aggregato riciclato, almeno nella frazione grossa e in piccole percentuali anche in quella fine, consente di produrre conglomerati cementizi con prestazioni meccanico – deformative accettabili. L’utilizzo di materiali alternativi in sostituzione di quelli naturali (di fiume o di cava) potrebbe perciò risultare una pratica vantaggiosa per la confezione di calcestruzzo strutturale, con indubbi benefici dal punto di vista ambientale, qualora non sia richiesta una durabilità in ambienti con particolari caratteristiche di aggressività. In particolare il loro riutilizzo potrebbe essere problematico nel caso i conglomerati cementizi di partenza fossero già affetti dalla reazione alcali-aggregato. Le prove sperimentali di questa e delle precedenti ricerche condotte nell’ambito della Ricerca di Sistema sugli aggregati da riciclo, unite ai risultati di altre ricerche di bibliografia e all’analisi approfondita delle normative e delle raccomandazioni esistenti o in fase di sviluppo, hanno infine consentito la predisposizione di apposite linee guida per il riciclo, nell’ambito del decommissioning degli impianti idroelettrici, del calcestruzzo delle opere massive come aggregati per il confezionamento di nuovi calcestruzzi strutturali.

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