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5.4.2.1-Status e prospettive di utilizzo delle biomasse per la produzione di energia elettrica in Italia

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5.4.2.1-Status e prospettive di utilizzo delle biomasse per la produzione di energia elettrica in Italia

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:19 pm

Il presente rapporto presenta uno studio di sintesi sullo status e le prospettive del settore delle biomasse per la produzione dell’energia elettrica in Italia. Lo studio, allegato al presente rapporto, è stato condotto in collaborazione con il Comitato Termotecnico Italiano Lo studio è organizzato in quattro tematiche principali: la stima della biomassa potenzialmente utilizzabile come combustibile per la produzione di energia elettrica, sia direttamente che mediante trasformazione in combustibili liquidi la revisione aggiornata delle normative di regolamentazione e sostegno alla produzione di energia elettrica da biomassa ed alla coltivazione di biomassa per la produzione di energia lo status del parco centrali oggi in attività e di prossima realizzazione l’evoluzione del quadro normativo nell’ambito delle politiche UE e del contenimento delle emissioni di CO 2 (Protocollo di Kyoto) La disponibilità di biomassa è una delle questioni cruciali per lo sviluppo del settore. Da sempre costituisce uno dei vincoli maggiori sia alla realizzazione delle singole iniziative a scala locale, sia alla formulazione di stime corrette di crescita e di potenziale impatto sul Sistema Elettrico Italiano. Nel 1° capitolo dello studio viene presentato un censimento delle biomasse potenzialmente disponibili suddivise in tre categorie generali, le biomasse da combustione, le biomasse per la produzione di gas biologico, i bio-combustibili liquidi. Il censimento, partendo dalla stima del potenziale esistente, perviene, mediante ipotesi ragionevoli di fruibilità della biomassa, ad una valutazione della sua reale utilizzabilità, e di conseguenza dell’energia elettrica effettivamente producibile. Sommando le stime di disponibilità dei 6 principali tipi di biomassa, residui agricoli in genere, biomassa di origine forestale, residui industriali dell’industria conserviera e del legno, prodotti delle fermentazioni anaerobiche , coltivazioni dedicate di biomasse energetiche e la frazione rinnovabile dei Rifiuti Solidi Urbani, si ottiene un potenziale di partenza di 64 TWhe/anno di energia elettrica equivalente. Tenuto conto che la fruibilità dei residui agricoli e della biomassa forestale rimarrà , per una serie di ragioni, problematica nel breve e medio periodo, la stima del producibile si riduce a 9 TWhe/anno, equivalente ad un installato di 1300 MWe. Questa valutazione include l’ipotesi ottimistica che le coltivazioni energetiche raggiungano una produzione di 20 Mt/anno contribuendo per 2,7 TWhe/anno. Alla problematica dello sviluppo delle biomasse energetiche è dedicato il capitolo 3 che presenta una approfondita rassegna delle iniziative di sostegno a questa linea. Le incentivazioni originano da tre

diverse fonti: il quadro legislativo per le politiche forestali dell’ UE, le azioni di recepimento del Protocollo di Kyoto, le azioni di sostegno e sviluppo del mondo agro – forestale di alcune Regioni Italiane. L’intreccio delle iniziative da luogo ad una situazione variegata e di difficile sintesi (una rassegna puntuale degli incentivi è riportata nell’Appendice B). Tuttavia l’analisi economica porta a ritenere che gli incentivi previsti non sono in genere sufficienti da soli , almeno in Italia, ad avviare una produzione significativa di biomasse per l’energia. Non si esclude tuttavia che alcune esperienze pilota vengano avviate, specialmente dove la presenza di impianti esistenti o in costruzione dovrebbe garantire la stabilità di domanda di biomassa per lunghi periodi , superando l’estemporaneità della maggior parte delle incentivazioni. Queste iniziative dovrebbero servire poi da esempio per il settore. In Appendice A è riportata una rassegna delle pratiche di selvicoltura a turno breve che descrive i dati essenziali di questa tecnica e ne evidenzia le potenzialità ed i costi stimabili. Il capitolo 4 sintetizza la situazione della produzione elettrica da biomasse oggi esistente. Sono in esercizio 30 impianti con incentivazione CIP6 o Certificati Verdi per una potenza netta installata di 300 MWe. I combustibili utilizzati variano dal cippato di legna vergine, eventualmente importato, agli scarti delle industrie agroalimentari, quali sanse esauste, lolla di riso, vinacce, pigne, gusci di nocciole ecc. Il consumo stimato per questi impianti è di 1,8 Mt/anno di sostanza secca mentre la produzione è stimata in 2,73 TWhe/anno, pari al 7 per mille della richiesta di energia elettrica nazionale del 2003. A questi impianti si aggiungeranno, nei prossimi due anni, nuove installazioni per altri 60 MWe circa. La tecnologia tipo impiegata per la conversione è quella del ciclo Rankine a condensazione con caldaia a griglia mobile o a letto fluido. L’efficienza di conversione media è dell’ordine del 23%. (in Appendice C viene trattata la dipendenza delle prestazioni di una centrale dalle caratteristiche della biomassa). Il range del costo di riferimento della biomassa varia da 2 a 5 cent di Euro per kg. Mediante un confronto puntuale tecnico – economico viene messo in evidenza come il passaggio da centrali finalizzate alla sola produzione elettrica a centrali di cogenerazione per utenze urbane o teleriscaldamento permetterebbe di migliorare l’efficienza complessiva della filiera. Dal punto di vista della collettività si avrebbe un miglior utilizzo del meccanismo dei Certificati Verdi, con una riduzione della spesa specifica per il conseguimento degli obbiettivi in materia di fonti rinnovabili e di contenimento delle emissioni di CO 2 . Completa il capitolo un’analisi energetica della filiera dei bio-oli che indica che i consumi energetici, necessari alla coltivazione e preparazione del bio-olio da utilizzare in motori diesel modificati, non incidono negativamente sulla fattibilità della filiera stessa. Nel capitolo 5 viene presentata una sintesi sulla possibile evoluzione delle incentivazioni specifiche per la produzione elettrica verde mediante biomasse. L’analisi è focalizzata sul Decreto 387/2003 che recepisce la Direttiva UE 2001/77 mettendo in evidenza la permanenza, nelle linee normative, della parziale sovrapposizione dei settori biomasse e rifiuti, essendo quest’ultimo di notevole impatto sociale oltre che energetico (ad oggi gli impianti a combustione di RSU dispongono di 350 MWe installati ma trattano solo l’8 degli RSU). Una politica di sostegno alle “biomasse” risulterebbe più efficace

mediante una classificazione dei rifiuti industriali che valorizzi quelli più specifici e idonei alla combustione come biomasse . Infine nel capitolo di finale di sintesi e raccomandazioni vengono riprese le evidenze citate nel presente sommario e che possono essere riassunte nell’osservazione di fondo che il settore biomasse in Italia ha le potenzialità per crescere in modo significativo a patto che le incentivazioni oggi in essere e future siano ben indirizzate. I temi più critici in tal senso sono risultati l’incentivazione adeguata dei residui che effettivamente sono suscettibili di combustione, lo sviluppo delle coltivazioni energetiche inserite in una politica di valorizzazione del territorio di lunga prospettiva, la cogenerazione a media taglia con utilizzo del calore da parte di utenze civili, il bio –olio come combustibile efficiente, e non ultima, la stabilità del quadro normativo.

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