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5.5.1-Analisi preliminare del database storico SIRF delle correnti e delle distribuzioni statistiche. Organizzazione e valutazione dei dati

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5.5.1-Analisi preliminare del database storico SIRF delle correnti e delle distribuzioni statistiche. Organizzazione e valutazione dei dati

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:17 pm

Dal 1994, in Italia opera l’unico sistema di rilevamento fulmini denominato SIRF, il cui centro operativo è sito presso il CESI (Milano). Tale sistema utilizza una rete di sensori di tipo IMPACT in grado di rilevare le onde elettromagnetiche prodotte dai fulmini che cadono al suolo (fulmini nube-suolo) o che si scaricano nell’atmosfera (fulmini nube-nube). La dislocazione dei sensori sul territorio italiano è tale da rendere l’efficienza di rilevamento la migliore possibile infatti, ciascun sensore è tarato e tenuto sotto controllo costantemente per verificare il corretto funzionamento. Dopo una dettagliata descrizione del sistema di rilevazione SIRF che illustra i principi di funzionamento, l’installazione dei sensori e la trasmissione dei dati dal sensore al centro operativo, sono riportati i risultati dell’accurata analisi che si è eseguita sui parametri dei sensori legati all’efficienza di rilevazione in particolare per l’anno 2002 e 2003. In alcuni casi si è estesa tale studio fino ai primissimi anni d’attività del SIRF (1995 e successivi). Da questo è emerso un buon funzionamento globale della rete ed un’altrettanto buona efficienza di rilevazione dei fulmini. Il database del SIRF, la cui struttura è suddivisa in tre parti (dati di ciascun flash, di ciascun stroke e i dati provenienti da ogni sensore), raccoglie le principali caratteristiche di ogni singolo flash e stroke: • coordinate ed istante d’impatto • ampiezza della corrente • numero di stroke • polarità del primo stroke. Si è condotto uno studio preliminare, in particolare per l’anno 2002, sulle distribuzioni di corrente dei fulmini positivi, negativi e totali, sulla densità di fulminazione al km 2 e i risultati sono stati confrontati con quelli provenienti dalle altre reti straniere, trovando un buon accordo eccetto con i dati presenti in letteratura provenienti da altri metodi di rilevamento ormai obsoleti. Interessante è anche la verifica degli effetti della latitudine sulla distribuzione di corrente dei fulmini e sulla tipologia di scarica, l’Italia nonostante si estenda molto in latitudine non risente di questi effetto, piuttosto si osserva un diverso comportamento tra regione alpina e le altre regioni pianeggianti dovuto al fatto che la distanza tra nube e suolo in montagna è minore che in pianura o a diversi tipi di metrologia locali. Si osserva invece una stagionalità per il picco di corrente e sulla polarità della scarica, come è noto anche in letteratura il numero di fulmini positivi in inverno aumenta considerevolmente.

In questo rapporto si sono studiati, poi, i valori minimi e massimi di corrente rilevati dai sensori ed anche è stata condotta un’analisi sulle mappe cerauniche e sui rispettivi parametri d’incertezza scegliendo un’area delimitata per poter trarre conclusioni valide da estendere poi a studi su regioni più estese.

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