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rapporti - Deliverable

6.1.1-Produzione ed utilizzo dei combustibili derivati dai rifiuti in Europa e problematiche inerenti

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6.1.1-Produzione ed utilizzo dei combustibili derivati dai rifiuti in Europa e problematiche inerenti

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 12:50 pm

Scopo del presente di lavoro è di fornire un quadro il più dettagliato possibile sulla produzione e sull’uso del combustibile derivato dai rifiuti in Italia ed in Europa. Sono stati considerati anche gli aspetti normativi e le problematiche di tipi ambientale ed impiantistico legate alla combustione e/o combustione di RDF in impianti di termovalorizzazione. A livello europeo si stima che la produzione di RDF aumenti di circa 10 volte (da 1.4 Mton/anno a oltre 12 Mton) tra il 2001 ed il 2005, con Germania, Italia ed Olanda fra i maggiori produttori. Per quanto riguarda l’Italia, del totale dei rifiuti prodotti, nel 2001 il 74.4% è stato avviato in discarica , il 2.9% in impianti di compostaggio, l’8.1 in impianti di selezione con produzione di CDR e di bioessicazione, il 7.2% in impianti di incenerimento (circa 2 Mton) con (27 impianti) e senza (14 impianti) recupero di energia. A livello nazionale, attualmente, la normativa tecnica di riferimento (Norma CTI-UNI 9903) prevede due soli tipi (qualità elevata e qualità normale) di combustibili derivati (già Refuse Derived Fuel, CDR) differenziati sotto l’aspetto qualitativo. La maggior parte di RDF viene prodotto a partire da rifiuti solidi urbani, tuttavia anche altre fonti sono disponibili, in particolare il RDF contenente residui di pneumatici usati, avente caratteristiche particolarmente interessanti dal punto di vista della resa in energia ricavata. In termini ambientali l’impiego di CDR in impianti dedicati o in co-combustione presenta dei potenziali vantaggi che risultano essere poi quelli propri della combustione dei rifiuti. Il primo aspetto è legato al fatto che si sostituisce, ai fini della produzione di energia, un combustibile fossile con un materiale ad alto contenuto rinnovabile, sottraendolo oltretutto alla discarica che, come noto, è una fonte di emissioni di metano, gas che presenta un potenziale di riscaldamento globale piuttosto elevato (21 volte superiore a quello della CO 2 su un orizzonte temporale di 100 anni), in accordo con quanto suggerito dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change). Ne consegue un sicuro risparmio di risorse (carbone, olio combustibile, gas naturale), associabile ad una potenziale minore emissione globale di gas con effetto serra. La co-combustione con carbone porta inoltre ad una riduzione delle emissioni di alcuni inquinanti, come SO 2 e NO x , Maggiori dettagli sugli aspetti ambientali e su quelli impiantistici sono contenuti nel presente rapporto.

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