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rapporti - Deliverable

7.3.7-Stesura di linee guida orientate a migliorare la comunicazione del rischio ambientale

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7.3.7-Stesura di linee guida orientate a migliorare la comunicazione del rischio ambientale

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 12:40 pm

In due precedenti rapporti (A3041332 e A4523736) erano stati illustrati, rispettivamente, il risultato di un’approfondita ricerca bibliografica delle principali pubblicazioni riguardanti la percezione, la comunicazione e la gestione del rischio ambientale (con particolare riferimento alle varie iniziative avviate a livello internazionale, comunitario e nazionale), e un’analisi critica dei vari aspetti sopra citati, compresa la valutazione dell’efficacia o meno di approcci cautelativi sia in termini di possibili benefici per la salute pubblica sia come strumento in grado di diminuire effettivamente la percezione del rischio. A seguito della liberalizzazione dei mercati, l’industria elettrica degli ultimi anni ha dovuto affrontare un nuovo processo competitivo; le strategie di valutazione e gestione del rischio sono state incluse nello svolgimento di tutte le attività, non solo allo scopo di garantire i risultati economici ma anche di ottimizzare le scelte, ingegneristiche e di processo. L’argomento campi elettromagnetici – insieme ad altri aspetti di natura ambientale – è talvolta percepito dal pubblico come il più critico tra quelli associati alla generazione, trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica, ma anche nel suo impiego in altre infrastrutture di utilità pubblica (si vedano ad esempio i risvolti che questo tipo di problematica ha avuto nella adozione in Italia dell’Alta Velocità Ferroviaria, TAV). È quindi palese la necessità per le aziende del settore di avvalersi in modo proficuo di tutti gli strumenti della comunicazione, aperta ed efficace, per consentire l’esistenza di un dialogo equilibrato tra gli interlocutori. Il presente rapporto, dopo aver offerto i necessari aggiornamenti sullo stato delle conoscenze scientifiche e delle norme di tutela sanitaria in tema di possibili effetti dell’esposizione ai campi elettrici e magnetici a frequenza industriale e sull’argomento della percezione del rischio, nonché dopo aver reso conto dell’acceso dibattito tuttora in atto attorno alla applicazione del principio precauzionale, propone alcune riflessioni sulla comunicazione come elemento centrale dei processi di gestione del rischio e traccia una serie di suggerimenti per una buona comunicazione del rischio. Al termine del documento viene riportato un glossario dei termini più impiegati, nonché l’aggiornamento ed integrazione della raccolta bibliografica iniziata due anni fa ed inserita, nella sua versione iniziale, nel rapporto A3041332. Come allora, a beneficio del lettore, la versione elettronica del presente rapporto (documento di MsWord®), ed in particolare della suddetta raccolta bibliografica, è stata strutturata in modo tale che si possa facilmente accedere alle pubblicazioni in essa citate, e raccolte in un opportuno data base, oppure ai siti internet menzionati, attraverso i collegamenti ipertestuali inseriti nel testo. Dal punto di vista della comunicazione del rischio, i messaggi chiave che emergono da tale trattazione sono i seguenti. null PERCEZIONE DEL RISCHIO E SUA ACCETTAZIONE: spesso si ravvisa un conflitto tra l’approccio tradizionale seguito dai tecnici e la percezione del rischio da parte del pubblico; questo non significa

necessariamente che una delle due parti abbia torto. Se, da un punto di vista strettamente probabilistico, un rischio viene valutato di piccola entità, sappiamo che questo non implica automaticamente che esso sia facilmente accettato; questa condizione non aiuta a spiegare quanto sia “realmente” elevato il rischio in questione. Alcuni decenni fa questa considerazione portò gli esperti a delineare la teoria della “public deficiency”: la mancanza è nella testa delle persone, bisogna trovare il modo di spiegare l’entità del rischio così che esso sia facilmente capito ed accettato. Venne messo a fuoco, in ogni caso, che il problema risiedeva essenzialmente nel fatto che il destinatario raramente accetta la logica del mittente. Il tecnico ritiene infatti che il rischio sia esprimibile in termini probabilistici e di conseguenza tende spesso a considerare i diversi rischi come tra loro confrontabili; il pubblico, invece, non ragiona quasi mai in questi termini, ma sulla base di emozioni e altri valori. In questo caso la sorgente del messaggio non si cura del destinatario e del suo sistema di valori. È ormai assodato che il confronto tra diversi rischi mina seriamente la credibilità, poiché ciascuno possiede un proprio sistema di priorità sui rischi che è disposto ad assumere. In particolare: • il confronto tra rischi diversi può essere usato solo in ottica prospettiva: non va impiegato nel tentativo di far accettare il rischio; mostrando di non avere rispetto per il proprio pubblico e i suoi valori si ottiene solitamente di perdere la propria credibilità. • Il modo in cui il rischio viene percepito ed il suo grado di accettazione dipendono dall’incertezza e da quanto il rischio è “astratto”: è più facile accettare un rischio legato a sorgenti note e familiari piuttosto che quello derivante da entità poco note e non familiari. Avere la certezza che una certa attività comporti l’esposizione ad un rischio lo rende più accettabile rispetto ad una condizione di incertezza, così come la possibilità di controllare direttamente la situazione (es.: guida dell’auto) o meno. Altri fattori di natura personale, quali l’entità delle possibili conseguenze e la possibilità che siano coinvolti dei bambini, influenzano indiscutibilmente l’accettazione del rischio. null COMUNICAZIONE DEL RISCHIO: COSA FARE E COSA EVITARE? • Non trattare con condiscendenza: fino ad alcuni anni fa si riteneva che la comunicazione risiedesse essenzialmente nel trasferimento di informazioni. Il mittente possedeva delle informazioni (la “verità”) che andavano trasferite al destinatario; il problema era solo rendere comprensibili le informazioni in modo che venissero accettate e condivise (“iniettate con la siringa”). Gli esperti e le autorità erano degni di fiducia e l’informazione solo un processo unidirezionale. Ci si è poi resi conto che le persone che si sentono trattate con condiscendenza non credono al loro interlocutore. • Ascoltare: bisogna dare ascolto alle preoccupazione del pubblico, altrimenti si sentirà incompreso e riterrà insensibile la sua controparte. • Condividere apertamente la conoscenza, ovvero: dire apertamente ciò che si conosce e quello che invece non si è ancora compreso. La popolazione deve avere la possibilità di compiere le proprie scelte sulla base di tutte le informazioni disponibili, compresa l’esistenza di questioni ancora non risolte. • Adeguarsi all’idea che l’accettazione del rischio sia oggetto di negoziazioni.

• Per condurre un dialogo e guadagnare fiducia, è essenziale una accurata pianificazione. Ogni situazione è unica. • Focalizzare le questioni chiave: disperdere la discussione su argomenti secondari induce il pubblico a pensare che si voglia nascondere qualcosa. • Coinvolgere le persone e aiutarle a compiere decisioni consapevoli: coinvolgendo le persone si mostra loro rispetto e si riconosce fiducia; questo è l’elemento fondamentale per instaurare un dialogo efficace. La presenza di un partner informato permette di costruire decisioni condivise e durature. • Per creare il dialogo, bisogna avere la stima dell’interlocutore: per guadagnare fiducia si deve mostrare di possedere qualità morali, empatia e competenza. • Rispondere con prontezza: se la risposta si fa attendere, il pubblico potrebbe pensare che non si è interessati alla risoluzione del problema. • Semplificare, ma non banalizzare: il linguaggio tecnico quasi sicuramente non viene compreso; l’eccessiva semplificazione, d’altro canto, può portare alla perdita del messaggio. Bisogna adattare il livello della comunicazione in funzione del destinatario. Una parte della comunicazione è comunque rappresentata dall’educazione, ovvero la disseminazione della conoscenza: più le persone possiedono informazioni, più essi diventano familiari con i CEM, più sono in grado di affrontare le situazioni e ricercare migliori soluzioni. Le informazioni possono essere efficacemente diffuse solo tramite la comunicazione.

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