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Analisi dei consumi energetici dei settori industriali

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Analisi dei consumi energetici dei settori industriali

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:41 pm

Il settore industria rappresenta, in Italia circa il 30% dei consumi energetici finali e delle emissioni di gas serra, e il 20% del valore aggiunto totale del Paese: questi numeri servono a inquadrare il ruolo che tale settore ha nel patto di riduzione dei consumi energetici e di mitigazione dell’impatto ambientale che gli Stati europei hanno sottoscritto con il pacchetto clima energia. La necessità di ridurre i costi di produzione per rimanere competitivi in un mercato globalizzato ha spinto le industrie più energivore e per le quali il costo dell’energia è significativamente importante nell’intero bilancio (30-40%) e, spesso con minor valore aggiunto, ad intraprendere le più significative azioni di riduzione dei consumi: ad esempio nell’industria del cemento l’energia utilizzata per tonnellata di clinker prodotto è diminuita circa del 10% negli ultimi 10 anni. Viceversa, nelle industrie a più basso intensità energetica, quali il settore alimentare, la fase di incremento di efficienza nei consumi energetici è stata meno spinta. Tale effetto è prevalentemente dovuto alla minor incidenza del costo dell’energia sull’intero bilancio dei costi di produzione, condizione che, quindi, ha, in genere, meno stimolato l’innovazione. Lo studio, in particolare vuole stimare quale margine di miglioramento teorico si potrebbe avere nel settore industriale nei prossimi anni. A tal proposito l’analisi mette a confronto, per l’industria del cemento e del settore alimentare, assunte come riferimento di un’industria, rispettivamente, ad alta e bassa intensità energivora, le intensità energetiche attuali, riferite ai dati di consumo energetico degli attuali processi produttivi pubblicati nelle dichiarazione Emas, e le intensità “teoriche” che si avrebbero se gli stessi processi produttivi fossero realizzati con le tecnologie BAT . Questo approccio, se da un lato affronta la tematica in termini molto semplificativo, tuttavia, evidenza che l’adozione delle Best Available Technologies, sui soli processi termici più energivori, porterebbe tra il 2009 e il 2020, alla diminuzione dei consumi totali energetici dell’industria agroalimentare di circa il 9%, nonostante le previsioni di aumento del 16 % della produzione, e alla riduzione dei consumi termici dell’industria del cemento del 17%, nonostante l’aumento dell’8% nella domanda di cemento. Tali risultati, rappresentano dunque lo stimolo per proseguire ed approfondire l’analisi, studiando il problema in termini di costo intervento ed efficienza del processo, in modo da definire l’obiettivo di sviluppo in termini, anche, in termini di sostenibilità.

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