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Analisi dell aqualità dell’aria attraverso il biomonitoraggio vegetale. Utilizzo di Trifolium repens come biosensore nel monitoraggio dell’inquinamento da ozono e analisi delle curve dose/risposta ottenibili

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Analisi dell aqualità dell’aria attraverso il biomonitoraggio vegetale. Utilizzo di Trifolium repens come biosensore nel monitoraggio dell’inquinamento da ozono e analisi delle curve dose/risposta ottenibili

Recently updated on Settembre 28th, 2021 at 03:37 pm

L’attività di ricerca ha affrontato l’aspetto del ruolo, delle modalità applicative e delle informazioni derivabili dall’utilizzo di vegetali in qualità di biosensori nel monitoraggio dell’inquinamento atmosferico e del relativo impatto sulla vegetazione (naturale e coltivata), con applicazione specifica al caso dell’ozono troposferico. L’attività è stata impostata e sviluppata rispetto a due obiettivi, distinti ma tra loro funzionalmente connessi: �ƒ acquisizione di dati sperimentali relativi agli effetti indotti dall’O 3 sulla vegetazione esposta, mediante esecuzione di campagne sito-specifiche (2000, 2001, 2002), per le quali è stato adottato il protocollo sperimentale di biomonitoraggio elaborato in sede UNECE/ICP Vegetation che utilizza come biosensore trifoglio bianco (Trifolium repens cv Regal); �ƒ analisi della relazione tra dose inquinante e risposta del trifoglio con applicazione degli approcci di Livello I e di Livello II, effettuata nel corso del 2002. Sulla base dei dati sperimentali, sono stati ricavati l’indice di esposizione di livello I, AOT40, e gli indici di esposizione di livello II, AOT40 effettivo (su parte dei dati) e Flusso fogliare cumulato di ozono, quest’ultimo stimato attraverso tre approcci modellistici di tipo moltiplicativo. Tali indici sono stati correlati all’indice di effetto comunemente utilizzato a tale scopo, la resa relativa del clone S (espressa come rapporto S/R). Va osservato che i livelli di ozono, espressi come AOT40, rilevati nei siti oggetto di monitoraggio sono risultati nella maggior parte dei cicli espositivi ben al di sopra della soglia dei 3000 ppb indicata per la protezione della vegetazione; soglia che, ricordiamo, è una valore cumulato su un arco di tre mesi di esposizione. Infatti, tale soglia è stata superata, spesso, anche nell’arco di un singolo ciclo espostivo mensile. Le curve dose/risposta ottenute sono risultate connotate da valori piuttosto bassi di correlazione quando vengono posti a confronto le dosi di ozono cumulate ottenute per ciascuno dei cicli espositivi effettuati per stagione di monitoraggio (della durata individuale di 28 giorni) e le corrispodenti rese relative ottenute al taglio della vegetazione. Migliori correlazioni sono state, invece, rilevate quando le rese relative sono state poste a confronto con le dosi cumulate corrispondenti al ciclo precedente, sia espresse come AOT40 che come flusso fogliare cumulato di ozono. Dai dati sperimentali è stata, in effetti, rilevata la presenza di un fenomeno di “carry-over”, di sfasamento temporale nelle risposte della vegetazione, in ragione del quale l’impatto dell’ozono sulla resa del clone di trifoglio sensibile sembra manifestarsi non solo, e non tanto, in corrispondenza, ma piuttosto a valle di periodi di esposizione a dosi elevate di inquinante. L’utilizzo della dose asorbita (flusso fogliare) di ozono come indice di

esposizione sostituivo del tradizionale AOT40, è concettualmente corretto, ma risente di un grado ancora sufficientemente elevato di incertezza e di parzialità che connota gli approcci modellistici utilizzati per la sua stima, come hanno indicato i risultati ottenuti.

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