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Applicazione di un modello per la stima del sequestro di carbonio da impianti forestali

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Applicazione di un modello per la stima del sequestro di carbonio da impianti forestali

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:17 pm

Gli ecosistemi forestali costituiscono il principale mezzo naturale a disposizione per il “recupero” del CO 2 emesso in atmosfera dai diversi processi industriali e civili. I processi di fotosintesi, alla base dello sviluppo e crescita degli organismi vegetali, utilizzano, com’è noto, il CO 2 atmosferico per la produzione di sostanza organica pervenendo quindi ad un temporaneo sequestro del carbonio. Lo strumento della mitigazione biologica dell’incremento di CO 2 in atmosfera mediante l’aumento della superficie forestale e della produttività degli ecosistemi forestali presenti è previsto dall’articolo 3 del Protocollo di Kyoto ai fini del conseguimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra. La quantificazione del sequestro di CO 2 grazie a questo strumento impiega in modo sempre più esteso approcci modellistici in grado di fornire un quadro dell’andamento nel tempo della biomassa e dell’accumulo di carbonio nei suoli. Nella presente relazione è descritto il modello CO2fix, già utilizzato a tali fini da parte dell’Intergovernamental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite, e ne viene proposta un’applicazione ad un’ipotesi di un programma di riforestazione sul territorio italiano. Vengono previsti interventi su 80000 ettari che consentirebbero di pervenire ad un sequestro di carbonio fino a circa 290000 t C anno -1 nel primo periodo di impegno (2008 – 2012) previsto dal Protocollo di Kyoto. A distanza di 50 anni tali impianti avranno realizzato un sequestro di carbonio pari a 11.5 10 6 t C che salirà a poco meno di 20 10 6 t C dopo circa 120 anni dall’impianto. L’ipotesi tracciata si articola su due tipologie di azione: la prima finalizzata a sviluppare una consistente nuova superficie di impianti di arboricoltura da legno, la seconda con l’obiettivo di realizzare boschi seminaturali nella regione alpina ed appenninica. Un approccio analogo viene proposto anche nell’ambito del recente “Piano Nazionale per la riduzione delle emissioni di gas responsabili dell’effetto serra: 2003 – 2010”. Vengono qui sinteticamente discussi gli scenari di sequestro di CO 2 atmosferico che emergono dal Piano Nazionale e vengono evidenziate le potenzialità degli interventi sul breve e medio periodo. La mitigazione biologica si dimostra quindi capace, nello studio in esame, di fornire un contributo non trascurabile al raggiungimento degli obiettivi di contenimento delle emissioni di gas serra in atmosfera. Tale tipologia di intervento è inoltre accompagnata da importanti ricadute di carattere economico ed ambientali legate alla produzione di legno, anche di qualità, alla protezione dei suoli dai fenomeni erosivi e alla fruizione turistica di alcune delle zone interessate.

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