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Attività modellistiche finalizzate alla stima delle deposizioni acide sull’intero territorio nazionale

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Attività modellistiche finalizzate alla stima delle deposizioni acide sull’intero territorio nazionale

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:19 pm

Vengono qui descritti i risultati delle simulazioni finalizzate alla stima delle deposizioni di composti acidificanti a scala nazionale per l’anno 1994. Tali simulazioni, relative al complesso delle sorgenti italiane ed estere che insistono sull’area di studio, sono realizzate mediante i codici di trasporto ARES e STEM-LT rispettivamente di tipo lagrangiano a traiettorie ed euleriano. Sono altresì descritti i sistemi modellistici, costituite da un insieme di pre-processori (meteorologici, emissioni, interfaccia con il modello a scala europea EMEP) e dai due modelli di trasporto ed i dati utilizzati per l’effettuazione delle simulazioni annuali. I risultati derivanti dall’applicazione dei suddetti sistemi, confrontati con quelli forniti dal codice a scala europea EMEP e le deposizioni osservate dalla rete RIDEP, hanno evidenziato quanto segue: i tre modelli sottostimano lievemente le deposizioni di ammonio, il modello EMEP sottostima decisamente le deposizioni di solfati e nitrati mentre, i due modelli a scala nazionale presentano differenze con le deposizioni di solfati e nitrati più contenute: in particolare ARES ha una maggiore tendenza alla sottostima dei solfati, mentre STEM-LT una maggiore tendenza alla sovrastima dei nitrati. In particolare il confronto con i dati annuali osservati di deposizione umida e secca alle stazioni di S.Pietro Capofiume e Mottarone conferma la tendenza alla sottostima di EMEP, evidente in tutte le situazioni, e la capacità di STEM-LT di meglio stimare la componente secca, plausibilmente grazie alla migliore descrizione dei processi di trasporto e scavenging lungo la componente verticale. L’influenza delle sorgenti estere sulle deposizioni stimate sul territorio italiano risulta infine minima nelle aree della penisola ad alta densità emissiva (Pianura Padana, versante tirrenico dell’Italia Centrale e parte delle isole maggiori) ed aumenta significativamente in prossimità della catena alpina evidenziando l’effetto barriera esercitato da quest’ultima. In particolare risulta evidente il carattere “locale” delle deposizioni di azoto ridotto, “a lunga distanza” dell’azoto ossidato ed “ intermedio” per quanto riguarda lo zolfo (con una significativa influenza dei pennacchi vulcanici nella zona meridionale della penisola).

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