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Caratterizzazione di potenziali siti nazionali di stoccaggio geologico della CO2

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Caratterizzazione di potenziali siti nazionali di stoccaggio geologico della CO2

Analisi geologiche e geofisiche per individuare i potenziali siti di stoccaggio della CO2 sul territorio nazionale. Definizione del sistema caprock-reservoir e analisi dei parametri petrofisici come porosità e permeabilità. Analisi dei logs di pozzo e WebGis di supporto.

La ricerca dei potenziali siti di stoccaggio della CO2 è l’elemento principale per qualunque progetto di Carbon Capture & Storage. In Italia questa ricerca è ancora più importante dopo il recepimento da parte degli organi istituzionali della normativa europea sullo stoccaggio geologico di cui al Decreto Legislativo del 14 settembre 2011, n.162. Tale Decreto Legislativo all’articolo 7, comma 1, prevede che entro 24 mesi dalla sua entrata in vigore vengano individuate e sancite con apposito decreto, le aree del territorio italiano nelle quali possono essere selezionati i siti di stoccaggio. Le attività svolte nel triennio hanno indagato diverse porzioni del territorio nazionale e per alcune di esse sono stati realizzati dei modelli geologici di acquiferi salini profondi 3D piuttosto dettagliati e utiliper la modellazione numerica sul comportamento della CO2 nel tempo e nelle condizioni di serbatoio. In ciascuna delle aree è stato studiato il sistema caprock-reservoir e inizialmente gli studi hanno riguardato le potenti serie terrigene più superficiali presenti ad esempio nell’offshore del mare Adriatico (e.g. Porto Corsini e Porto Garibaldi) e successivamente anche le sequenze carbonatiche. E’ stata studiata la regione Marche, dove sono emerse situazioni favorevoli per lo stoccaggio, ma a causa della scarsità dei dati geofisici disponibili non è stato possibile realizzare modelli geologici di dettaglio. Analoghi risultati sono stati ottenuti per la Zona A del mare Adriatico dove, però l’area dei pozzi Serena è stata studiata in dettaglio per verificare l’idoneità allo stoccaggio della Formazione di Porto Corsini del Pliocene che è costituita da una fitta alternanza di sabbie e argille. Sempre nel mare Adriatico ma nella Zona B, dall’analisi della strutturazione profonda della serie Umbro-Marchigiana desunta dalla carta delle isocrone del tetto delle Marne a Fucoidi in precedenza elaborata, sono state individuate e studiate le strutture di Pesaro Mare, Cornelia, Daniel ed Ernesto Nord. L’attenzione è stata rivolta ai serbatoi presenti nelle zone dolomitizzate ad esempio del Calcare Massiccio (del Giurassico o formazione equivalente) che presenta dei rilevanti spessori e porosità significative e anche superiori al 10% pur trovandosi anche a profondità oltre i 2500 metri. Tutte le strutture sono rappresentate da anticlinali orientate prevalentemente in senso appenninico efagliate ad eccezione di Enernesto Nord. Pesaro Mare e Cornelia sono state studiate in dettaglio e per la prima struttura è stato realizzato il modello geologico 3D per la simulazione numerica. Per Pesaro Mare è stato stimato un potenziale volume di stoccaggio di circa 240 Mtonn di CO2.

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