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Contributo di ERSE al rapporto per il CIACE sul ruolo dell’Italia nello sviluppo del settore eolico europeo

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Contributo di ERSE al rapporto per il CIACE sul ruolo dell’Italia nello sviluppo del settore eolico europeo

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 12:16 pm

Il presente documento è stato redatto nell’ambito del progetto “Studi su potenziali sviluppi delle energie rinnovabili – Studi e strumenti per la produzione di energia da fonte eolica e da altre fonti” definito nell’Accordo Triennale tra il Ministero dello Sviluppo Economico e E.R.S.E. S.p.A. firmato il 29 Luglio 2009 Questo rapporto è stato preparato come contributo di ERSE al documento sul ruolo dell’Italia nello sviluppo del settore eolico europeo che ERSE e l’Università di Roma Tre sono stati richiesti di elaborare congiuntamente per il CIACE (Comitato Interministeriale per gli Affari Comunitari Europei). In particolare, questa richiesta è pervenuta dal Gruppo di lavoro per il coordinamento della partecipazione italiana al Piano Strategico Europeo per le Tecnologie Energetiche (SET Plan)., con riferimento al prossimo avvio dell’Iniziativa Industriale Europea sull’energia eolica (European Wind Initiative – EWI). Il presente rapporto di ERSE fa dapprima il punto sulla situazione degli impianti eolici alla fine del 2008, quando risultavano installati quasi 121 GW, di cui 65 GW nella UE. L’Italia, malgrado le risorse non particolarmente abbondanti e l’orografia complessa del territorio, si collocava, con 3736 MW, al sesto posto nel mondo e al terzo nell’Unione Europea per potenza eolica. Sono anche ricordati i traguardi indicati per l’ulteriore sviluppo del settore eolico, sia sulla terraferma che offshore. Viene quindi tracciato un quadro dello stato dell’arte della tecnologia eolica, che ha portato alla messa in campo di aerogeneratori sempre più grandi, efficienti e affidabili, con potenze fino a 5-6 MW e diametri di rotore oltre i 120 m. Si accenna anche alle tendenze in atto per i futuri sviluppi della tecnologia, fra cui la realizzazione di unità ancora più grandi (10 MW e anche più), che richiederanno però un forte salto di qualità nei materiali e nelle tecniche costruttive. Si ricordano poi i vari aspetti (qualificazione dei siti eolici, inserimento ambientale, autorizzazioni, aspetti commerciali, inserimento nel sistema elettrico) da cui dipende lo sviluppo dell’eolico. Particolare attenzione è dedicata alle problematiche, ma anche ai possibili vantaggi, dell’inserimento di quote consistenti di generazione eolica (variabile ed aleatoria) nel sistema elettrico italiano ed europeo. Successivamente si riportano valutazioni del potenziale eolico italiano realmente sfruttabile sinora effettuate da ERSE e da altri soggetti. Come potenziale terrestre sono stati valutati da ERSE da 6000 MW a 12000 MW, compresi gli impianti esistenti (circa 4000 MW a metà del 2009). Come stime per l’offshore, pur evidenziandone la maggiore incertezza, ERSE ha indicato da circa 1000-2000 MW con le tecnologie attuali in acque non oltre i 30 m di profondità, fino a circa 6600 MW qualora fossero disponibili in futuro aerogeneratori galleggianti per acque più profonde. Sono poi ricordati i principali operatori italiani del settore eolico. Non poche società private sono nate per lo sviluppo di centrali eoliche, affiancandosi a noti operatori elettrici come Enel, Edison ecc. Fra i costruttori di macchinario, a parte piccole aziende del settore mini eolico, l’unico importante polo industriale è la Vestas Italia di Taranto. Stanno però esordendo anche costruttori nazionali di macchine medie e grandi, come Leitwind e Moncada. Nella ricerca sono attivi, su diverse tematiche, soggetti prevalentemente del settore pubblico (come ERSE) e dell’Università. È da segnalare l’iniziativa della società BlueH per la sperimentazione di un aerogeneratore galleggiante al largo della Puglia. Per il futuro sembra ipotizzabile, tenuto conto degli impegni internazionali assunti nel campo delle fonti rinnovabili, che l’Italia continui, da un lato, a sviluppare il residuo potenziale terrestre e, dall’altro lato, valorizzi il potenziale offshore, senza trascurare le acque profonde e lo sviluppo delle relative tecnologie. Proprio in quest’ultimo settore, ancora agli esordi, gli operatori italiani hanno ancora la possibilità di acquisire competenze significative e quindi ruoli di rilievo a livello europeo. L’opportunità di sviluppare le risorse eoliche dell’Italia e in generale del Sud Europa è anche confermata da considerazioni relative al sistema elettrico europeo. In particolare, un quota significativa di generazione eolica nell’area mediterranea potrebbe contribuire a ridurre le congestioni sulle principali

linee elettriche di interconnessione nord-sud, che sarebbero invece aggravate nel caso in cui l’ulteriore sviluppo dell’eolico dovesse in futuro avvenire soltanto nell’Europa centro settentrionale.

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