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rapporti - Deliverable

Determinazione della frazione biogenica di energia elettrica prodotta in impianti alimentati con combustibili ibridi: norme e linee guida nazionali, valutazioni specifiche per alcune tipologie di rifiuto parzialmente biodegradabile

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Determinazione della frazione biogenica di energia elettrica prodotta in impianti alimentati con combustibili ibridi: norme e linee guida nazionali, valutazioni specifiche per alcune tipologie di rifiuto parzialmente biodegradabile

Norma tecnica UNI per la misura del 14C alle emissioni di impianto Linee guida per la determinazione della frazione biodegradabile di combustibili ibridi forfettarizzazione della quota di energia rinnovabile derivabile da specifiche categorie di rifiuto Stima della frazione biogenica dei rifiuti speciali PFU e RSP-IEvoluzione della legislazione nazionale sull’incentivazione dell’energia rinnovabile.

Tra le diverse problematiche e i diversi aspetti tecnici afferenti alla quantificazione e al sostegno economico della frazione di energia rinnovabile prodotta da impianti alimentati con rifiuti parzialmente biodegradabili, il progetto di ricerca ha rivolto la sua attenzione in larga parte su quelli di ordine metodologico. A partire dalle attività di messa a punto e sperimentazione del metodo di misura del 14C alle emissioni d’impianto e del contributo fornito in ambito normativo (CTI/WG 903) alla sua traduzione nella proposta di nuova norma tecnica nazionale Impianto dico-combustione, incenerimento e co-incenerimento. Determinazione della frazione di energia rinnovabile prodotta dall’impianto”, di cui si attende a breve l’emissione come norma UNI Rispetto a simili standard internazionali, un vantaggio del metodo proposto è che esso consente, e descrive come operare per, di derivare la frazione biogenica dei rifiuti non solo una massa ma anche in energia. Il metodo 14C a emissione di impianto, integrato con lo strumento OBAMA, entra tra i prodotti emblematici del progetto di ricerca. Organismi internazionali dinormalizzazione (ISO) e autorità nazionali, ma anche società del settore hanno dimostrato molto interesse nei confronti del metododo, tant’è che in collaborazione con alcuni stakeholders è stata pianificata ed anche già attivata una fase di validazione operativa (del metodo di misura e del codice OBAMA) presso impianti nazionali, alimentati con diverse tipologie di rifiuti diversi e basati su differenti tecnologie di combustione. Sempre dal punto di vista metodologico uno sforzo è stato fatto (non solo attraverso il contributo fornito in ambito CTI/WG 903) per la produzione di linee guida in grado di supportare gli impianti nell”elaborazione e nell”attuazione dei Piani di campionamento e di caratterizzazione dei rifiuti in essi trattati, quali richiesti da GSE al fine di riconoscere il sostegno economico all”energia rinnovabile contabilizzata dall’impianto.Un contributo attivo è stato fornito ai lavori di Enti Normatori di ambito internazionale (CEN/TC343, ISO/TC146/SC1/WG26) e nazionale(CTI/WG903) in materia di aggiornamento della normativa internazionale (EN 15359) e nazionale (UNI 9903) in materia di combustibili solidi recuperati (classificazione e specifiche). Così come un contributo efficace è stato fornito alle attività di IEA Bioenergy (Task 36), rispondendo alla richieste di produzione del “Country Report Italy” (quadro della situazione nazionale relativa a produzione / gestione dei rifiuti e a produzione/incentivazione dell’ energia rinnovabile) e di sviluppo del Topic 1. Policy Support, proprio incentrato sul tema degli strumenti comuni disponibili per la valutazione della frazione biogenica dei rifiuti e per il sostegno finanziario all’energia rinnovabile. E’ stata poi sviluppata un’attività sperimentale centrata sulla quantificazione del contenuto biogenicoin massa ed energia biogenica di rifiuti speciali non pericolosi (CER 160103) e pericolosi (CER 180103). L”obiettivo era quello di individuare e suggerire un criterio di forfettarizzazione dell’energia biogenica da essi derivabile (la legislazione nazionale sembra muoversi ora solo in questa direzione), che gli impianti che trattano tali rifiuti possano applicare per accedere al sostegno finanziari invece di applicare la via di più onerosa come lavoro e costo economici basata sul campionamento e la caratterizzazione analitica dei singoli rifiuti. Tale attività sperimentale è stata condotta seguendo sia un approccio teorico (basato su dati di riferimento per composizione e proprietà fisico-chimiche dei codici CER di cui sopra, raccolti dalla letteratura e organizzato in riferimento al database dei rifiuti DB) che un approccio analitico (basato su dati reali da impianti WTE ottenuti applicando il metodo 14C a emissioni dell”impianto).

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