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Effetti delle ritenute idriche sulla biodiversità degli ambienti acquatici dell’alto bacino del fiume Oglio

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Effetti delle ritenute idriche sulla biodiversità degli ambienti acquatici dell’alto bacino del fiume Oglio

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:23 pm

Obiettivo della presente indagine è stata la valutazione della biodiversità degli ecosistemi acquatici nell’Alto Bacino del Fiume Oglio andando a discriminare, fra le eventuali fonti di alterazioni ambientali, il contributo dell’attività idroelettrica. Lo studio ha riguardato alcuni tratti fluviali con caratteristiche ambientali differenti. Sono stati indagati tratti torrentizi, in parte caratterizzati da una portata naturale (T.Frigidolfo, T.Arcanello, T.Narcanello, F.Oglio fino a Temù, T.Ogliolo di Edolo fino a Corteno Golgi), ed in parte con portata artificiale sensibilmente ridotta e costituita solo dal deflusso minimo vitale, posti a valle di derivazioni idriche (F.Oglio da Temù a Vezza, T.Ogliolo da Corteno Golgi a Edolo); tratti di Fiume Oglio di fondovalle con portata artificiale, ma almeno in parte ricostituita quantitativamente da restituzioni idroelettriche o da apporti provenienti da valli laterali (F.Oglio a Edolo e a Forno Allione) e altri tratti posti a valle delle derivazioni idriche, che determinano una portata artificiale sensibilmente ridotta rispetto alla naturale, costituita in pratica dal solo deflusso minimo vitale (F.Oglio a valle dello sbarramento di Sonico e di Cedegolo). Le valutazioni sperimentali sulla qualità ecologica hanno riguardato i tre aspetti principali che caratterizzano l’ecosistema fluviale: • l’habitat, indagato tramite tre differenti protocolli di rilevamento (Stream Visual Assessment, Habitat Assessment, Indice di Funzionalità Fluviale); • la comunità macrobentonica, studiata in modo sia qualitativo che quantitativo, applicando la metodica IBE (Indice Biotico Esteso) e il protocollo RBP (Protocollo Biomonitoraggio Rapido); • la comunità ittica, analizzata in termini quantitativi. Il lavoro si è svolto in una prima fase di sopralluoghi, che hanno consentito la scelta delle 12 stazioni di studio, in una seconda fase di campagna durante i quali sono stati raccolti i dati di campo; a questi due momenti è seguita una fase di laboratorio, per la classificazione dei macroinvertebrati e per la lettura delle scaglie dei pesci, al fine della determinazione dell’età ed un’ultima fase di analisi dei dati ed elaborazione del presente rapporto finale. Dallo studio sono emerse differenze marcate fra gli ecosistemi analizzati, da attribuire in parte a caratteristiche naturali in parte a fonti antropiche d’impatto. Per quanto riguarda la qualità degli habitat nei corsi d’acqua a carattere torrentizio, gli elementi più influenti sono risultati essere la morfologia del tratto, il grado di naturalità delle sponde e la portata fluente in alveo. Delle stazioni indagate, soltanto quella sul Frigidolfo ha dimostrato condizioni ottimali sia per l’habitat che per la fauna acquatica. Alcuni dei siti, pur non essendo sottoposti ad un impatto di tipo idroelettrico, hanno dato prova della presenza di effetti sull’ecosistema acquatico dovuti ad alterazioni di origine antropica, quali il parziale inquinamento organico delle acque (Corteno Golgi sull’Ogliolo di Edolo) e la modificazione della struttura dell’habitat (Val Sozzine sul Narcanello). I risultati ottenuti relativamente alla comunità di macroinvertebrati e di pesci hanno infatti rivelato una qualità biologica moderatamente compromessa per tutte queste stazioni, con unica eccezione di Corteno, dove la presenza di sostanza organica sembra avere un effetto positivo sul popolamento ittico, mentre è sempre limitante per la qualità di quello macrobentonico. Un altro insieme di casi è rappresentato

da quelle situazioni ambientali in cui le caratteristiche naturali dell’habitat fisico sono di per sé limitanti per lo sviluppo di comunità biologiche acquatiche consistenti, con particolare riferimento alla fauna ittica; fra queste ritroviamo il torrente Arcanello a Case di Viso. La situazione della stazione di Temù a monte della traversa idroelettrica, che ha dimostrato un popolamento ittico esiguo, può invece essere attribuita sia ad una condizione naturale limitante (pendenza elevata, pochi rifugi, corrente veloce, assenza di massi nel substrato che possano garantire un sufficiente grado di eterogeneità idraulica, indispensabile per la fauna ittica) che dall’artificializzazione di tratti di sponde. Per quanto riguarda le tre stazioni sull’Oglio sempre a carattere torrentizio, sono emerse alcune similarità: una comunità ittica che, pur raggiungendo buone densità, è limitata a soggetti di dimensioni piccole a causa della scarsità di portata in alveo; una qualità delle acque, nel complesso buona; la presenza di sedimento fine proveniente dall’invaso di Temù. Dal confronto monte/valle rispetto alla traversa idroelettrica di Temù emerge una perdita marcata di qualità biologica. Sul torrente Ogliolo, il confronto monte-valle della traversa ha rilevato una situazione contraria: si assiste infatti ad un miglioramento nella qualità biologica, associabile ad un processo di diluizione e di autodepurazione del corso d’acqua scendendo verso valle. Per quanto riguarda le stazioni poste sull’asta principale dell’Oglio nel fondovalle, sia in quelle in cui la portata è costituita solo dal DMV sia in quelle in cui questa viene aumentata dalla presenza di contributi laterali, tutte le variabili analizzate hanno rivelato la presenza di differenti impatti antropici. Il tratto di Sonico è particolarmente significativo poiché situato poche centinaia di metri a valle di una derivazione ed anche perché in esso recapita uno scarico urbano che ha consentito diverse valutazioni; infatti a monte di tale scarico la situazione del popolamento macrobentonico era sostanzialmente invariato rispetto a monte mentre a valle si assisteva ad un notevole peggioramento; la fauna ittica è quantitativamente e qualitativamente simile a quella del tratto superiore e così dicasi per il grado di artificializzazione delle sponde. Il tratto di Forno Allione conserva lo stato di alterazione delle acque evidenziato a Sonico nonostante un aumento di portata che, migliorando le condizioni dell’habitat idraulico, aumentano le possibilità per la fauna ittica che in questo tratto mostra la densità e la biomassa più elevate del Fiume Oglio di fondovalle. Anche in questo tratto è interessante notare come la trota fario risulti rappresentata prevalentemente da individui giovani dell’anno, mentre gli ibridi e le marmorate presenti sono individui più adulti. L’ultimo tratto di indagine è stato collocato a Capo di Ponte, situato a valle della derivazione di Cedegolo, in cui la portata presente è normalmente rappresentata dal solo DMV; l’habitat acquatico risultante è scarsamente idoneo alla fauna ittica, in particolare ai salmonidi adulti che infatti sono risultati essere poco numerosi rispetto ai giovani. La qualità delle acque peggiora ulteriormente rispetto ai tratti di monte, condizionata dagli scarichi dei centri urbani che il fiume attraversa. In conclusione, considerando che solo la portata è direttamente influenzata dall’attività idroelettrica, molte delle alterazioni emerse sono da associare a fonti d’impatto differenti, quali l’artificializzazione dell’alveo e/o delle sponde, o a situazioni di per sé penalizzanti.

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