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Flussi Minimi Vitali a valle di derivazioni e ritenute

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Flussi Minimi Vitali a valle di derivazioni e ritenute

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 12:10 pm

Nell’ambito dello studio delle influenze sull’ambiente della presenza di sbarramenti idroelettrici, la problematica più importante riguarda la diversione della maggior parte della portata naturale da un tratto di alveo e dal conseguente depauperamento della fauna ittica fluviale. Per garantire la vita dei pesci nei tratti fluviali oggetto di diversioni idriche è stato introdotto il concetto di Minimo Deflusso Vitale, come la portata da rilasciare a valle di derivazioni idriche per garantire la vita dei pesci. In realtà la traduzione operativa di tale concetto è tuttora oggetto di studio e ricerca, in quanto l’approccio più specificatamente idrologico ha dei limiti evidenti e, d’altra parte, la formalizzazione dei processi biologici mediante equazioni e la loro valutazione non sembra essere ancora ben consolidata. A questi problemi si aggiunge una certa approssimazione nella definizione stessa del concetto di MDV, tra cui: a) esso si presuppone costante nel tempo, non tenendo conto quindi della variabilità naturale che si verifica tra le stagioni; b) non si tiene conto, di solito, dell’effetto sulla fauna ittica delle alterazioni della qualità dell’acqua dovute alla riduzione di portata. Questa situazione non ancora consolidata si riflette nel quadro normativo che regola tale argomento. Allo stato attuale il concetto generale di MDV è stato già recepito nella legislazione recente. Nel Decreto Legislativo n. 152 del 11 maggio 1999, al Capo II (Tutela quantitativa della risorsa e risparmio idrico) l’articolo 22 dispone che i piani di tutela debbano tener conto del minimo deflusso vitale, concetto che è ripreso più avanti quando lo stesso articolo dispone l’emanazione di “linee guida per la predisposizione del bilancio idrico di bacino, comprensive dei criteri per il censimento delle utilizzazioni in atto e per la definizione del minimo deflusso vitale”. Tale indicazioni sono riprese anche dal Decreto Legislativo n. 79 del 16 marzo 1999 quando, nell’articolo 12 (Concessioni idroelettriche), si precisa che concessioni idroelettriche devono garantire “la presenza negli alvei sottesi del minimo deflusso costante vitale”. Oltre questi principi direttivi, però, norme per il calcolo esplicito del MDV non sono state ancora emanate dalle autorità nazionali mentre, a livello regionale, sono state emanate norme diverse che rendono la situazione italiana abbastanza variegata. D’altra parte anche a livello europeo si possono individuare una diversità di normative abbastanza vasta, che riflette la varietà degli approcci proposti dalla comunità scientifica. La presente attività si propone innanzi tutto di presentare un quadro organico della problematica della valutazione del MDV, sia dal punto di vista scientifico che normativo; per poter disporre di un quadro di riferimento e per esaminare il diverso contesto normativo e la prospettiva futura in cui operano i vari

operatori idroelettrici. Il principale obiettivo è quindi la definizione di un quadro della situazione attuale che permetta l’individuazione di metodologie per la valutazione del MDV che siano convalidate e condivise. Inoltre questa attività si propone di approfondire alcuni aspetti legati alla specifica situazione italiana e, in particolare, lo studio delle preferenze di specie ittiche locali in termini dei parametri che caratterizzano l’habitat fluviale.

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