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Impatto del combustibile e sistemi di trattamento degli effluenti negli impianti a vapore ultrasupercritici

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Impatto del combustibile e sistemi di trattamento degli effluenti negli impianti a vapore ultrasupercritici

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:35 pm

ultrasupercritici L’utilizzo di combustibili fossili, in particolare di basso pregio, come fonte energetica è perseguito in tutto il mondo e anche in Italia, pur essendo oggetto di continui dibattiti che hanno il difficile compito di coniugare il basso costo di generazione con la compatibilità ambientale. Il processo di generazione più diffuso è certamente il ciclo a vapore. In Italia oltre l’80% del parco di generazione termoelettrica utilizza questa tecnologia la cui efficienza di generazione è determinata dalla temperatura del vapore in ingresso turbina. La disponibilità di nuovi materiali (acciai e leghe speciali), operanti in modo sicuro e affidabile a temperature più elevate, permette significativi aumenti di efficienza e notevoli riduzioni delle emissioni di CO2. Ipotizzando cicli operanti con vapore a 700°C si può arrivare ad efficienze intorno al 55%, con una riduzione delle emissioni di CO2 del 15% in confronto con l’attuale best-of-technology e del 40% in confronto con gli impianti più vecchi. In tale contesto è stata avviata una ricerca volta allo studio dei cicli ultrasupercritici a vapore, previsti essenzialmente per carbone o olio combustibile, che appaiono molto più promettenti per la produzione ecocompatibile di energia elettrica. Il presente Rapporto riporta le risultanze degli studi per lo sviluppo del progetto di un generatore di vapore, alimentato a polverino di carbone, in cui le temperature e le pressioni del vapore surriscaldato e risurriscaldato vengono spinte a valori tali da ottenere con un ciclo a vapore tradizionale valori di rendimento globale d’impianto sempre più vicini a quelli dei cicli combinati.

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