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Indicatori di qualità della tensione e possibili meccanismi di determinazione di penalità-incentivi-indennizzi

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Indicatori di qualità della tensione e possibili meccanismi di determinazione di penalità-incentivi-indennizzi

Tale attività di ricerca, svolta in collaborazione con l’Università degli studi di Napoli Federico II, ha avuto come obiettivo quello di individuare una possibile struttura di un meccanismo di regolamentazione della qualità della tensione, una volta definiti gli indici di caratterizzazione della qualità più adeguati.

Il presente rapporto descrive un’attività di Ricerca di Sistema nell’ambito del Progetto “Governo del Sistema Elettrico”.relativamente al WP 5.1 – “Indicatori della continuità del servizio e della qualità della potenza”. Tale attività di ricerca, svolta in collaborazione con l’Università degli studi di Napoli Federico II, ha avuto come obiettivo quello di individuare una possibile struttura di un meccanismo di regolamentazione della qualità della tensione, una volta definiti gli indici di caratterizzazione della qualità più adeguati. Innanzitutto, per una rapida panoramica sullo "stato dell’arte", si sono analizzati alcuni schemi regolamentatori della Qualita’ della Tensione in essere nel mondo, con particolare attenzione, oltre che ai Paesi membri del CEER (Council of European Energy Regulators), anche all’Argentina, uno dei primi paesi al mondo ad attuare una regolamentazione della Qualità della Tensione seppure con riferimento solo ad alcune tipologie di disturbi. In tale fase si è analizzato anche quanto in atto presso paesi extra-europei, come il Canada e la Colombia, in cui si stanno muovendo i primi passi verso la regolamentazione in esame. Successivamente, dopo aver classificato i principali indici globali di caratterizzazione della qualità proposti nella letteratura internazionale, sono stati individuati quelli più adeguati a portare efficacemente in conto sia i disturbi continui (distorsioni delle forme d’onda, dissimmetrie, fluttuazioni della tensione, ecc.) che quelli discreti (buchi di tensione, swells, ecc.), separatamente gli uni dagli altri (due indici globali, uno relativo ai disturbi continui ed uno ai disturbi discreti) o nel loro complesso (un unico indice globale). A valle di queste fasi si è condotta, quindi, l’analisi di un possibile meccanismo complessivo di regolamentazione della Qualità della Tensione (non più rivolto alla sola continuità del servizio) fondato essenzialmente su due livelli di regolamentazione separati ma interagenti. In particolare si ipotizzano: • una regolamentazione di sistema, finalizzata a garantire livelli medi di qualità accettabili a tutti gli utenti serviti dalla rete di distribuzione e che prevede una logica di penali/incentivi; • una regolamentazione locale, finalizzata a gestire, ad esempio nell’ambito dei cosiddetti "contratti per la qualità", i rapporti tra i distributori ed i clienti i cui carichi possono risultare sensibili ai disturbi di rete (quindi necessitano di particolari caratteristiche di qualità della tensione) e/o disturbanti (quindi necessitano di un controllare dei loro livelli di emissione). Nell’ambito del presente lavoro di ricerca, si è approfondita in particolar modo l’analisi della “regolamentazione di sistema”, da attuare sia mediante gli indici tradizionali sia, in una ottica di regolamentazione di più ampio spettro, mediante gli indici globali della qualità della tensione. In tale fase

dell’attività di ricerca ci si è concentrati essenzialmente sulla regolamentazione di sistema dei disturbi continui, che appare, al momento, quella più facilmente attuabile in concreto. Per i disturbi discreti, infatti, esistono ancora difficoltà nel definire il meccanismo di penali/incentivi. I due possibili meccanismi di regolamentazione di sistema suddetti (quello basato su indici tradizionali e quello basato su indici globali), sono stati posti a confronto tra di loro sia dal punto di vista teorico sia attraverso una applicazione numerica.

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