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Interazioni tra cambiamenti globali e comparto forestale: effetti dell’incremento di CO2 atmosferico sull’accrescimento degli alberi

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Interazioni tra cambiamenti globali e comparto forestale: effetti dell’incremento di CO2 atmosferico sull’accrescimento degli alberi

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:26 pm

sull’accrescimento degli alberi Numerose evidenze hanno confermato negli ultimi anni la solidità dell’ipotesi che un’incremento di CO 2 in atmosfera possa stimolare l’accrescimento radiale dei fusti degli alberi. L’individuazione di segnali legati al trend di crescita di questo gas in atmosfera è tuttavia complessa poiché numerosi sono i fattori ambientali che influenzano la crescita delle specie legnose. Gli alberi che vegetano a quote elevate sono sottoposti ad un regime termico difficile e ad una limitata disponibilità in carbonio. Essi dovrebbero quindi risultare avvantaggiati da un incremento di CO 2 in atmosfera ed evidenziare un aumento dei tassi di accrescimento. E’ stato osservato, infatti, che i popolamenti forestali d’alta quota sono particolarmente sensibili alle variazioni dei principali parametri climatici, soprattutto alle temperature, come pure ad eventuali modificazioni della composizione dell’aria (La Marche et al., 1984). Nel presente lavoro l’ipotesi che un incremento di CO 2 favorisca l’accrescimento legnoso viene verificata attraverso l’accertamento della presenza nelle sequenze anulari di un trend positivo che non sia attribuibile a variazioni climatiche. La ricerca si articola in tre fasi. Nella prima fase l’indagine dendrocronologica classica consente la costruzione di cronologie stazionali sulle quali verificare la presenza di una eventuale tendenza positiva dell’accrescimento legnoso nel corso degli ultimi due secoli. Particolare attenzione viene posta all’individuazione di eventuali variazioni dell’accrescimento che interessino gli ultimi decenni, in accordo con quanto scaturito dalle indagini condotte in ambiente alpino (Kienast e Luxermoore, 1988; Nicolussi et al., 1995). Successivamente, per poter discriminare l’effetto diretto della CO 2 da quello indiretto dell’aumento delle temperature, viene definito il rapporto clima-accrescimento sul periodo che precede la tendenza rilevata. Attraverso il calcolo delle funzioni di risposta vengono individuati i parametri climatici che maggiormente influenzano la crescita. Infine, le relazioni individuate sul periodo considerato (periodo di calibrazione) vengono utilizzate per la ricostruzione dell’accrescimento legnoso per l’intero secolo in corso sulla base delle serie climatiche disponibili. Una volta effettuata la ricostruzione è possibile confrontare la curva dell’accrescimento reale con quella dell’accrescimento teorico legato al clima; eventuali variazioni di tendenza dell’accrescimento teorico rispetto a quello reale, riscontrate nel periodo non utilizzato per la calibrazione, permettono di individuare la presenza di fattori non climatici che hanno influenzato la crescita. Per la prima volta in uno studio sull’influenza della CO 2 sulla produzione legnosa viene utilizzata tale metodologia che cerca di quantificare la porzione di accrescimento arboreo non legata a fattori climatici. OGGETTO DELLE INDAGINI Le indagini hanno interessato 15 popolamenti forestali distribuiti in sei diverse aree del versante meridionale dell’arco alpino, dalla Val Susa nelle Alpi Cozie a Tarvisio nelle Alpi Carniche, a quote generalmente comprese fra il limite del bosco e i 1600 m s.l.m. e due popolamenti di faggi di età superiore al secolo localizzati in due diverse aree di saggio dell’Appennino Tosco-Emiliano. Le specie indagate sono, per l’arco alpino, tutte conifere di cui si conosce, per studi precedenti, la stretta relazione fra temperature e accrescimento legnoso (Eckstein e Aniol, 1981; Schweingruber et al., 1978) mentre nell’Appennino sono stati selezionati due popolamenti di faggio.

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