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Interventi strutturali per la mitigazione dell’effetto degli sbarramenti sulla fauna ittica

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Interventi strutturali per la mitigazione dell’effetto degli sbarramenti sulla fauna ittica

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:23 pm

Fra gli impatti ambientali indotti dall’attività idroelettrica, rilevante è quello determinato dalla presenza di sbarramenti fluviali, che possono costituire una barriera invalicabile per la fauna ittica. Sono impediti movimenti sia giornalieri (migrazioni di tipo trofico) sia stagionali o annuali (migrazioni a scopo riproduttivo). I problemi maggiori si hanno con gli spostamenti degli individui verso monte (migrazione anadroma) e generalmente le specie che subiscono i danni maggiori sono le grandi migratrici, cioè quelle specie che dal mare devono risalire i corsi d’acqua per lunghi tratti, sia a scopo alimentare che riproduttivo. Il problema dell’invalicabilità degli sbarramenti da parte della fauna ittica è stato affrontato negli ultimi decenni e in parte risolto mediante la predisposizione di opportuni passaggi artificiali: si tratta di dispositivi artificiali, costruiti o montati sugli sbarramenti o le dighe, che permettono il passaggio dei pesci da valle verso monte. Il principio di funzionamento di un passaggio artificiale consiste nell’attirare i migratori in un punto preciso del corso d’acqua a valle dell’ostacolo e nell’obbligarli a passare a monte di esso, attraverso un passaggio d’acqua appositamente progettati; in casi eccezionali i pesci possono essere catturati e portati fisicamente a monte dell’ostacolo, tramite un apposito sistema di trasporto quale autocarro, teleferica o ascensore. E’ stata innanzitutto completata una ricerca bibliografica che ha consentito di individuare le tipologie più diffuse di passaggi artificiali e la raccolta di esperienze riguardanti le modalità di verifica del funzionamento. Data la forte presenza di sbarramenti anche sul nostro territorio e la mancanza di informazioni sulla situazione a livello nazionale, è stato iniziato un inventario dei passaggi artificiali presenti a livello nazionale. Nel corso del 2000 è stata completata la parte relativa alle Società del gruppo ENEL, con la sporadica individuazione di passaggi artificiali di altre società del Settore. Complessivamente sono stati rilevati 33 impianti. Per quanto riguarda la loro distribuzione geografica, si può notare che la maggioranza è localizzata in corsi d’acqua alpini, con alcune eccezioni appenniniche. In particolare è risultata consistente la presenza di impianti nelle Marche, in provincia di Ascoli Piceno. Sono stati effettuati sopralluoghi su alcune scale ed è stato evidenziato uno stato di manutenzione e di funzionalità molto differenziato e variegato. Alcuni degli impianti sono risultati perfettamente manutenuti e funzionanti, altri necessitano di interventi di manutenzione ordinaria (pulizia dei bacini, ostruiti da materiale trasportato dal fiume) per altri ancora sarebbero necessari interventi strutturali per renderli funzionali. Negli impianti visitati è risultata sempre carente la regolazione delle portate d’acqua in ingresso: non esiste una sufficiente attenzione in fase di realizzazione, la presenza di organi meccanici di regolazione è molto carente. Non esiste, di fatto, un metodo standard che possa essere impiegato per la verifica del funzionamento di un passaggio artificiale; le modalità d’indagine dipendono infatti dalla tipologia di dispositivo e di sbarramento fluviale, dalle dimensioni del corso d’acqua e dal comportamento migratorio delle specie per le quali è stata progettata la scala. Le modalità di verifica dell’efficacia di un passaggio artificiale per la fauna ittica già realizzato possono essere di tipo indiretto, riguardanti esclusivamente l’opera e l’alveo fluviale nelle vicinanze della stessa e di tipo diretto, che indagano i movimenti migratori delle specie di interesse. È chiaro che la verifica diretta di tipo biologico deve necessariamente avvenire a seguito di una prima valutazione delle caratteristiche strutturali dell’opera, che devono anticipare una previsione di funzionalità dell’opera.

La verifica della funzionalità di un passaggio artificiale per la fauna ittica è stata applicata alla scala di rimonta sul Fiume Serio in località Cene. In particolare è stata effettuata una prima campagna sperimentale che ha consentito di raccogliere tutti i dati necessari per l’applicazione dei metodi di valutazione indiretti, attraverso il rilievo delle caratteristiche topobatimetriche dell’impianto, delle portate idriche all’interno dello stesso scala e nell’alveo fluviale a monte e a valle e attraverso il confronto tra le velocità di corrente nella scala e la capacità natatoria delle specie ittiche interessate. Complessivamente la scala è in buone condizioni e nessuno dei bacini è risultato ostruito o intasato. Dovrebbe essere funzionante anche se solo per poche ore della giornata, infatti le continue variazioni di portata, dovute alle numerose captazioni e restituzioni che caratterizzano il tratto più a monte del fiume Serio, ne limitano le potenzialità: in regimi di portata elevati, le velocità lineari sono troppo elevate, mentre in regimi di bassa portata il salto da superare per imboccare la scala è eccessivo. Durante la stessa campagna sono iniziate anche le attività per la valutazione dell’efficienza della scala con metodi diretti, ed è stata scelta la metodologia della marcatura dei pesci con inchiostro blu indelebile e la loro ricattura. In settembre sono stati catturati, caratterizzati, marcati e rilasciati in alveo i pesci presenti nel tratto a valle. Il campionamento è stato condotto in modo quantitativo; da esso sono state escluse le pool in quanto troppo profonde per essere campionate in modo esaustivo. Sono inoltre stati campionati i bacini del passaggio artificiale.La comunità ittica del tratto è risultata composta sia da Salmonidi che da Ciprinidi reofili. Rispetto alla vocazionalità ittica teorica del tratto si deve sottolineare l’assenza del temolo e la sporadicità della trota marmorata, sostituita dalla trota fario e dal suo ibrido con quest’ultima. Nel mese di gennaio 2001, dopo il periodo di riproduzione, la fauna ittica verrà ricatturata nel tratto a monte per la verifica della presenza di individui marcati. E’ proseguita la ricerca sui metodi per la mitigazione degli effetti dovuti a entrainment and impingement. Poiché la sperimentazione nel nostro paese è estremamente limitata, sono state prese in considerazione le soluzioni tecniche comunemente adottate nel mondo. La sperimentazione in questo settore riguarda principalmente due soluzioni: la messa a punto di barriere fisiche e la messa a punto di barriere comportamentali, capaci di allontanare le specie ittiche dalle opere di presa. Indipendentemente dal tipo di barriera utilizzata, e soprattutto per pesci anadromi, risulta indispensabile la contemporanea realizzazione di canali di by-pass che permettono all’animale di aggirare l’ostacolo e continuare il proprio flusso migratorio. Per quanto riguarda il campo applicativo, non esiste una distinzione netta, per cui entrambe le soluzioni possono essere applicate sia al settore idroelettrico che termoelettrico. • Barriere fisiche. La soluzione più banale per la riduzione dell’entrainment è quella di utilizzare griglie di maglia inferiore alla taglia dei pesci. In questo caso si corre però il rischio di aumentare gli effetti di impingement. Tale soluzione è applicabile con successo solo se la velocità di approccio alla griglia è limitata. Una soluzione simile ma alternativa è l’aggiunta di una pre-griglia a maglia fine ad una certa distanza dalla griglia vera e propria. I problemi correlati a questa soluzione sono per lo più di carattere pratico, dovuti a difficoltà di installazione e alla necessità di frequenti opere di manutenzione per la rimozione di materiale solido trasportato dal corso d’acqua. • Barriere comportamentali. Comprendono diversi dispositivi in grado di indurre lo spostamento dei pesci in una direzione preordinata, grazie a diversi stimoli che agiscono sul loro comportamento. Si sfrutta quindi la capacità dei pesci di reagire a stimoli visivi, uditivi, idrodinamici, elettrici ed ha portato alla realizzazione di

schermi luminosi attrattivi o repulsici, schermi sonori, schermi elettrici ecc. In alcuni casi i risultati ottenuti sono stati molto buoni, ma non sono di solito di applicabilità generale, in quanto sitospecifici, dipendendo dalle caratteristiche specifiche dell’ecosistema, quali torbidità, crescita algale, temperatura etc. La soluzione che attualmente sembra più vantaggiosa è quella messa che prevede l’impiego di suoni ad alta frequenza prodotti elettricamente. Il segnale viene percepito dagli individui fino a distanze di 50-60 metri e non provoca effetti dannosi o stordimento degli individui. In un’applicazione pratica, è stato verificata una riduzione dell’impingement di circa l’85% . La marcatura dei pesci per poterne seguire gli spostamenti è una prassi relativamente nuova. Negli anni più recenti la marcatura di animali in generale ha subito uno sviluppo notevole in seguito all’introduzione di marchi elettroniche. Il range e la versatilità di questi marchi (tags) hanno consentito un notevole sviluppo nello studio della vita e del comportamento animale, soprattutto nel campo delle migrazioni, anche se siamo solo all’inizio di una nuova era ed è realistico ritenere che aspetti tuttora avvolti nel mistero possano in un prossimo futuro essere spiegati proprio attraverso l’applicazione di queste tecnologie, come per esempio le rotte di migrazione delle anguille. Le applicazione tecnologiche allo studio degli animali è comunque molteplice, per esempio è ormai consolidata in alcuni paesi la valutazione della fruizione di scale di rimonta per mezzo di rilevamenti automatici attraverso trasmettitori elettronici alle porte di ingresso o di uscita. In questo ambito nel corso del 2000 è stata effettuata sia una ricerca bibliografica sia l’applicazione di questa soluzione tecnologica, presso la Stazione di La Casella, che potrà avere un ampio sviluppo all’interno delle nostre attività in un futuro prossimo.

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