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Metodologia SMALL PUNCH per la valutazione di caratteristiche meccaniche di componenti strutturali: applicazioni all’acciaio 1CrMoV (CREEP SMALL PUNCH) e a saldature in P91

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Metodologia SMALL PUNCH per la valutazione di caratteristiche meccaniche di componenti strutturali: applicazioni all’acciaio 1CrMoV (CREEP SMALL PUNCH) e a saldature in P91

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:15 pm

Il rapporto presenta i risultati di attività 2001 svolte nell’ambito del Progetto ASISGEN ("Affidabilità e Sicurezza dei Sistemi di Generazione") della Ricerca di Sistema, Sottoprogetto MATLIFE. Il Sottoprogetto MATLIFE è orientato allo sviluppo di metodologie innovative, non standard, per la determinazione di proprietà meccaniche di materiali strutturali. Il termine “non standard” è inteso sia nel senso che l’impiego di tali metodologie non è ancora previsto o riconosciuto da normative internazionali relative agli esami sui componenti d’impianti, sia nel senso – più ampio – che l’applicazione di tali metodologie non è ancora regolata da procedure o guide applicative largamente accettate. In particolare, nel 2001 l’attività è stata concentrata sullo sviluppo della metodologia “Small Punch” (SP), che persegue la misura di proprietà tensili, frattomeccaniche e di creep, utilizzando come campioni dei piccoli dischi di materiale (spessore 0.5mm, diametro 8mm). Questa metodologia presenta grande interesse applicativo sia perché di minima invasività, consentendo quindi di caratterizzare le proprietà meccaniche residue di componenti eserciti – senza comprometterne l’ulteriore esercizio -, sia perché – utilizzando campioni di piccole dimensioni – fornisce un mezzo efficace per caratterizzare gradienti locali di proprietà meccaniche. Il rapporto descrive innanzi tutto i risultati conseguiti nel 2001 in applicazioni esplorative della metodologia SP per la misura della FATT (Fracture Appearence Transition Temperature) della regione più strutturalmente critica di un giunto saldato in acciaio ferritico P91 largamente utilizzato nella realizzazione dei componenti ad alta temperatura dei gruppi termici. Si tratta di un’applicazione di interesse, sia per l’esistenza di una problematica industriale di danneggiamento e frattura di tali giunti saldati in servizio, sia perchè la metodologia SP appare l’unica in grado di consentire determinazioni dirette di proprietà meccaniche del materiale in zone così localizzate (i grossi provini previsti dalla normativa di prova standard campionano volumi superiori, perdendo informazioni su microstrutture localmente deboli): la metodologia SP permette dunque di evitare il tradizionale ricorso a trattamenti termici di simulazione delle zone termicamente alterate nelle saldature (procedura da sempre molto criticata, oltre che dispendiosa). La seconda parte del rapporto è dedicata a valutare la possibilità di applicazione della metodologia SP ad alta temperatura, vale a dire in misure di durata a creep di materiali strutturali. Per ottimizzare i risultati conseguibili a fronte degli impegni previsti, la sperimentazione SP è stata effettuata su materiali per i quali fossero già disponibili (senza bisogno di ulteriori prove) i dati di creep uniassiale, necessari per il confronto e la validazione di quanto ottenibile col metodo SP. L’attività si è concentrata sull’acciaio basso legato 1CrMoV, per il quale si è individuata, già nel 2000, la possibilità di un utile impiego di dati di creep uniassiale preesistenti; l’attività di prove di creep SP è pertanto attualmente condotta su tale materiale. Questa attività si avvale anche dei contributi di altri laboratori europei, che insieme al CESI partecipano a un round robin di prove di creep SP, promosso da EPERC (European Pressure Equipment Research Council).

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