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rapporti - Deliverable

Metodologie sperimentali e modellistiche per lo studio delle concentrazioni e delle deposizioni di inquinanti atmosferici

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Metodologie sperimentali e modellistiche per lo studio delle concentrazioni e delle deposizioni di inquinanti atmosferici

Recently updated on Aprile 7th, 2021 at 01:24 pm

L’attività di ricerca illustrata nella presente relazione si riferisce principalmente a due filoni, entrambi inerenti la comprensione dei meccanismi di formazione dei fenomeni complessi di inquinamento, quale lo sviluppo di inquinamento secondario. Questa attività è condotta nell’ottica di costituire un supporto per eseguire scelte energetiche e nell’attività di gestione del territorio. Tali contributi possono essere di particolare rilevanza per aree critiche ad elevato grado di antropizzazione e livello di complessità, e per valutare il ruolo che svolgono le varie fonti energetiche. Il primo filone di attività è relativo allo studio dei processi che danno luogo alla formazione ed all’accrescimento di aerosol in atmosfera. Questi ultimi processi sono molto importanti perché influenzano significativamente le condizioni climatiche del nostro pianeta, alterano le reazioni fotochimiche che avvengono nella bassa atmosfera, influenzano i processi che danno luogo alla formazione di nuvole (aerosol che agiscono come nuclei di condensazione), riducono la visibilità e producono effetti dannosi sia sull’uomo che sull’ambiente. Questa forma di inquinamento è studiata da parecchi anni in ambito nazionale ed internazionale, ma solo recentemente si è compreso l’importante ruolo che essa svolge non solo sui possibili ricettori di danno (salute umana), ma anche quale catalizzatore di processi di inquinamento secondario, che quindi possono determinare nuove forme di inquinamento e catene di impatto complesse. Al fine di meglio comprendere tali processi, in particolare per quanto concerne la composizione chimica e la struttura dimensionale degli aerosol, sono stati effettuati studi di carattere sia sperimentale che modellistico, che hanno portato allo sviluppo di prodotti la cui applicazione consente una migliore comprensione del ruolo del particolato negli episodi critici di inquinamento. Si presentano inoltre i risultati inerenti la conoscenza del particolato stesso, derivati dallo svolgimento di una campagna sperimentale. L’analisi di tali risultati è eseguita ponendo a confronto anche i risultati di una campagna condotta in periodo corrispondente nel corso del 2000. Il secondo filone è relativo invece allo sviluppo di una metodica scientificamente corretta per l’impostazione di una stazione di base di tipo "remoto" -e "di base" secondo le specifiche attualmente in via di definizione nell’ambito dei lavori del CTN-ACE- in Pianura Padana, attrezzata per la misura di ossidi di azoto, biossido di zolfo, ozono e particolato PM10. La rilevanza scientifica di collocare una stazione in un’area altamente antropizzata, ma non prossima a fonti emissive, è elevata in quanto permette di considerare il ruolo dei fenomeni di arricchimento di tipo urbano o delle sorgenti rurali, industriali etc. Essa inoltre fornisce indicazioni in termini di contributo medio dell’insieme di sorgenti, può essere un utile strumento di verifica dei sistemi di prognosi e diagnosi del territorio, e può fornire informazioni anche in merito a scenari emissivi legati a una diversa gestione dei consumi (penetrazione del vettore elettrico in aree fortemente antropizzate).

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